21.05.2025
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Sports

Italia, Ricci regista di un centrocampo fluido. Bomber Frattesi studia da trequartista


BUDAPEST La vita è fatta di scelte dolorose. Manuel Locatelli ancora ai margini, Bryan Cristante fuori, Jorginho pure, e per sopraggiunti limiti di età. Spalletti ha spazzato via un bel pezzo del passato e ha messo in mano la squadra a Samuele Ricci (e Nicolò Fagioli), ha provato Lorenzo Pellegrini (piccoli acciacchi post partita anche per lui, i controlli hanno escluso complicazioni) dietro Mateo Retegui e ha potenziato il reparto con il recupero di Sandro Tonali, più Davide Frattesi. E manca ancora Nicolò Barella, lui un pezzo da novanta. E dove lo vedremo? Il futuro rientro di Barella consentirà al tecnico di riproporre lo stesso sistema di gioco, magari con Frattesi o lo stesso Nicolò dietro la punta (e Chiesa? Se ne riparleremo). Pellegrini — all’occorrenza — può essere spendibile da mezz’ala. L’interscambiabilità e la freschezza sono le caratteristiche di questo centrocampo del futuro, che punta su calciatori, sì inesperti, ma di qualità.

Frattesi, che nell’Inter fatica a giocare titolare, è addirittura il bomber( 5 reti) con Spalletti, che, non avendo un Kane (Retegui che qualche centro lo ha preso, a Parigi si è battuto, ma la rete l‘ha solo sfiorata, ore vedremo Kean), si adatta con gli incursori dinamici e svegli sotto porta. Davide è uno di questi, interprete credibile della nuova Italia. «All’Europeo troppa pressione, eravamo scarichi. Ora abbiamo provato poche cose ma ci sono rimaste dentro. E’ una questione di testa ma l’aria è cambiata, siamo più tranquilli ed è merito di Spalletti, che è fortissimo. Abbiamo passato tutti una brutta estate. Dopo il gol di Barcola? Ho pensato: ora ce ne fanno sei…». Così non è stato, vero Davide?

LA MEDIANA NUOVA

Oltre a Tonali (che il Newcastle vuole che stia in silenzio ancora per un pochino), l’altra novità dei tre centrocampisti spallettiani è Samuele Ricci, sfidato da Fagioli per il ruolo di futuro Jorginho. Il granata ha gli occhi maturi, lo sguardo vispo. In campo è partito timido, si scrutava intorno come una giraffa, poi ha preso in mano il pallino e il pallone. Si alzava, verso Retegui, si abbassava al posto di Calafiori, che non si è allenato, ha problemi alla caviglia — ieri i controlli del caso, ma nulla di seri — e con Israele difficile rivederlo in campo. Sempre consapevole della situazione (59 passaggi giusti e 5 sbagliati, 6 i lanci a buon fine), come se con quella squadra giocasse da anni. «Non dobbiamo sentirci inferiori perché abbiamo dimostrato di potercela giocare anche contro chi da tanti anni milita nelle leghe più importanti. Ciò che mi piace di più di questa squadra è che ci sono tanti atleti di qualità che possono ricoprire più ruoli anche all’interno della stessa partita (appunto, la fluidità, ndi).

Questa duttilità può aiutarci in futuro. Sono felice per il gruppo e per gli italiani, sono tifoso della Nazionale e quando vinciamo ci sentiamo meglio. Come mi trovo in un ruolo diverso rispetto a quello nel Torino? Lì gioco più avanti, ma il mediano l’ho fatto a Empoli e un pochino ne so. In questa posizione si corre diversamente, serve intelligenza, c’è da coprire più spazi. Con Frattesi e Tonali poi, è tutto più facile. E poi i centrali difensivi che, avanzando, mi davano un’opzione di passaggio in più».

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