Dietro ogni crisi può nascondersi un’occasione, nuove opportunità da cogliere. È una frase che Giorgia Meloni ama ripetere spesso e che sembra guidare la sua azione politica dopo che l’Europa, come buona parte del resto del pianeta, è stata chiamata a fare i conti con la mannaia dei dazi imposti da Donald Trump. La presidente del Consiglio da un lato tesse la tela per limitare i danni dei balzelli alle dogane statunitensi, dall’altro gioca su altri tavoli, puntando le fiches su mercati di sbocco alternativi per il Made in Italy. Come l’area del Golfo, dove ha vestito i panni dell’outsider nel vertice a Manama del Consiglio di cooperazione dei paesi dell’area (Ccg), organizzazione che riunisce Bahrein, Arabia Saudita, Emirati Arabi, Kuwait, Oman e Qatar. Per risalire ad altri leader europei a cui l’assise ha aperto i battenti bisogna tornare indietro di 10 anni, alla prima ministra britannica Theresa May e al francese François Hollande. Poi le uniche eccezioni sono state riservate al presidente turco Recep Tayyip Erdogan e al cinese Xi Jinping.
«L’Italia sarà per il Golfo la porta d’accesso all’Europa, darà un impulso ancora più forte a una cooperazione economica che oggi vale 35 miliardi di dollari l’anno ma che non esprime ancora il vero potenziale della nostra relazione», scandisce la premier, mentre a margine del vertice vengono firmati accordi tra il cantiere navale Asry, Fincantieri e Roboze. E continuano a rincorrersi rumors su trattative in corso tra il fondo sovrano dell’Arabia Saudita Pif e Leonardo.
«Il nostro obiettivo – scandisce Meloni, ribadendo la proposta di un nuovo formato Ccg-Med – deve essere la costruzione di una piattaforma operativa comune, concentrandoci sulle sfide in cui possiamo fare la differenza insieme. E la prima di queste sfide risiede nello sviluppo di interconnessioni economiche, sempre più decisive nello scenario economico globalizzato e altamente innovativo che stiamo vivendo». La premier, che non a caso ha sempre salvaguardato il rapporto con Nuova Delhi, un mercato potenzialmente sconfinato con i suoi 1,4 miliardi di abitanti, cita «l’India-Middle East Corridor, il progetto infrastrutturale ed economico per collegare le principali città portuali dell’India, del Medio Oriente e dell’Europa, consentendo l’interconnessione con gli Stati Uniti» che «permetterebbe alle nostre economie e alle nostre imprese di sprigionare un potenziale enorme». Meloni ai leader del Golfo ha chiesto anche una mano per combattere «terrorismo ed estremismo» islamico, condividendo poi gli sforzi per fare in modo che la «tregua fragile» a Gaza porti, in prospettiva, a quella soluzione a due Stati che è l’unica via per dare stabilità e pace duratura al Medio Oriente.
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