Notizie Nel Mondo - Notizie, affari, cultura Blog Business Economy Istituti tecnici superiori. «La formazione tecnica esiste e garantisce un impiego. Però le famiglie non lo sanno»
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Istituti tecnici superiori. «La formazione tecnica esiste e garantisce un impiego. Però le famiglie non lo sanno»


Ogni anno, per le imprese italiane, è sempre più difficile trovare professionisti tecnici da assumere. Eppure il problema ha già una soluzione pronta, peccato che la conoscono ancora in pochi: si tratta degli Its, gli istituti tecnici superiori a cui si accede dopo il diploma. Una formazione terziaria, al pari dell’università, che forma personale altamente specializzato che poi trova lavoro nel 90% dei casi, con picchi del 100%.

LE AREE

Gli Its coprono 11 aree tecnologiche diverse, dalla cybersecutiry alla meccatronica, dalla mobilità sostenibile ai servizi per la marina, fino al turismo e alla moda. Settori nei quali il Made in Italy può realizzare grandi cose e, di fatto, lo sta facendo. Sono completamente gratuiti per gli studenti: un corso al completo, di due anni, costa al sistema pubblico 330mila euro, circa 6mila euro per ogni iscritto. Eppure a oggi i diplomati negli Its sono solo 15mila l’anno. Per circa 30mila iscritti complessivi.

Perché così pochi? «Abbiamo difficoltà a farci conoscere dai ragazzi della scuola superiore — spiega Guido Torrielli, presidente dell’associazione Rete Its Italy che racchiude più di 120 Its sui 146 riconosciuti — Dobbiamo parlare alle famiglie, che non sanno quali opportunità ci sono per i figli. Ma il vero problema riguarda le scuole che ancora non sanno cosa facciamo o non lo vogliono sapere. Qui serve un vero orientamento. Ora partecipiamo ai saloni per l’orientamento ed entriamo nelle scuole: qualcosa sta cambiando».

LA RIFORMA

È anche vero che si tratta di una formazione giovane, nata nel 2010 per cui i primi diplomati sono del 2012. Ora potrebbe arrivare una spinta in più dalla riforma della filiera tecnico professionale, voluta dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara tramite il 4 + 2 per cui gli studenti si diplomano in 4 anni, in un istituto tecnico o professionale, e passano direttamente all’Its per altri due anni. «Secondo il nostro target, nel 2026 gli iscritti dovrebbero essere 40mila e nel 2027 si dovrebbe arrivare a quota 70mila — spiega Torrielli — comunque stimiamo di arrivare a breve a 20mila diplomati ogni anno: questi quindi sono anni importanti per ridurre il mismatch tra domanda e offerta». Dietro gli Its ci sono le imprese, che mettono a disposizione loro personale, i corsi possono variare di anno in anno proprio per adeguarsi ai cambiamenti e alle richieste del mercato. Un balzo in avanti deve arrivare anche dai fondi previsti dal Pnrr. «Purtroppo su questo fronte stiamo annegando nella burocrazia europea per ottenere i finanziamenti — spiega Torrielli — ma d’altra parte ci sono 1,5 miliardi da spendere per gli Its e, di questi, 500milioni sono destinati ai laboratori per rinnovare le potenzialità di accesso. Altri 700milioni sono destinati invece ai corsi, alle borse di studio e all’orientamento per raddoppiare il numero degli allievi».

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