«Inflazione giù, taglio dei tassi più veloce. ​Attenzione ora ai nuovi dati sul mercato del lavoro»

Negli Usa l’inflazione Pce, che la Fed usa come uno dei principali indicatori delle pressioni sui prezzi, si sta abbassando più rapidamente del previsto e ad agosto, secondo Christopher Waller, componente del board della Banca centrale statunitense, potrebbe posizionarsi a livelli molto bassi. «L’inflazione – ha detto Waller – sta scendendo più velocemente di quanto potessi immaginare e, se i dati saranno positivi, si può immaginare un taglio di 25 punti base al prossimo incontro o due, ma se il mercato del lavoro peggiora e l’inflazione cala più rapidamente allora potremmo ridurre i tassi ancora di più». La Fed questa settimana ha aperto una nuova era tagliando i tassi di interesse di mezzo punto (si tratta della prima riduzione dal 2020). La decisione di portare il costo del denaro a una forchetta compresa fra il 4,75% e il 5% punta a prevenire che il graduale raffreddamento del mercato del lavoro si trasformi in un completo stop.

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L’ATTERRAGGIO

Questa mossa dimostra la determinazione della banca a centrare l’obiettivo di un atterraggio morbido per l’economia, fuori dalle sabbie mobili della recessione. Secondo Christopher Waller il tasso di inflazione negli Stati Uniti potrebbe portarsi presto sotto al target del 2%. A luglio negli Usa l’inflazione Pce è aumentata dello 0,2% rispetto al mese precedente, in linea con le attese, ed è cresciuta del 2,5% rispetto a un anno prima, un dato pari alle stime e al mese precedente. La componente “core” del dato, depurata dagli elementi volatili, è cresciuta dello 0,2% rispetto al mese, pari alle stime e al mese precedente, e del 2,6% rispetto a un anno prima, dato invariato rispetto a giugno, con le attese al 2,7%.

I DATI

L’occupazione americana al contrario ha deluso ad agosto, con 142 mila posti di lavoro creati, un dato inferiore al consensus degli analisti che, in media, stimavano una lettura a quota 160mila posti.