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stop alla guerra. Ma Meloni all’Onu starà con l’Ucraina


Mentre Matteo Salvini guarda a est e a Budapest si sintonizza sulle frequenze di Viktor Orbán, Giorgia Meloni volge lo sguardo altrove e si prepara (decollerà in serata dopo una tappa ad Ortigia per inaugurare l’Expo-Divinazione accanto a Francesco Lollobrigida) a tornare negli Usa per tenere il suo secondo discorso al Palazzo di vetro dell’Onu, riunita per la 79esima assemblea generale. Rotte opposte che paiono il riverbero delle distanze sul dossier ucraino manifestate — di nuovo, ma sempre senza strappi — all’Europarlamento nei giorni scorsi da Fratelli d’Italia e Lega. Un voto che d’altro canto pare aver dato il là ad una vicinanza sempre più significativa tra il vicepremier del Carroccio e il leader magiaro filo-putiniano.

Tra i due la scintilla va però ben oltre la condivisione dell’urgenza «di fermare il conflitto in Ucraina, così come auspicato autorevolmente anche dal Santo Padre», ingloba una visione comune per «gli equilibri nell’Unione europea», passa per «argomenti concreti» di collaborazione tra i due Paesi «come lo sviluppo del porto di Trieste», e culmina con la solidarietà di Orbán per la vicenda Open arms. «Il patriota più ricercato d’Europa» è il nomignolo affettuoso che il primo ministro ungherese affibbia a Salvini a margine del lungo incontro in cui gli ha promesso il sostegno di una delegazione di Fidesz in Aula il prossimo 18 ottobre durante il processo (ieri intanto gli avvocati di parte civile hanno richiesto oltre un milione di euro come risarcimento danni per i propri assistiti), così come sul pratone di Pontida per la festa della Lega che si terrà il 6 ottobre prossimo.

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Non è un caso insomma se il capitolo Ucraina sarà il più corposo tra quelli che Meloni affronterà all’Onu nei suoi interventi. A Kiev, infatti, la premier confermerà il proprio sostegno senza cambiare la propria linea sull’uso delle armi nostrane in territorio russo. Più che sui nuovi rifornimenti (i Samp-T già promessi saranno consegnati entro fine mese), in questa fase per l’Italia il focus è da porsi sulla resilienza ucraina alle porte di un inverno che si annuncia difficile. Proprio come farà anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani al contestuale incontro del G7 energia, Meloni accanto alle consuete strategie anti-trafficanti o per la “gestione” dell’Intelligenza artificiale confermerà l’intenzione nostrana di restare schierati accanto a Volodymyr Zelensky puntando però sulla ricostruzione delle infrastrutture elettriche devastate dai bombardamenti del Cremlino.

Con un occhio ai sondaggi e la ferma intenzione di non mettere troppo sotto stress la maggioranza o il sistema di alleanze che ha costruito in questi due anni a palazzo Chigi, la premier a New York si muoverà con circospezione. Impegni temporalmente coincidenti e scelte diplomatiche ne definiranno un certo basso profilo. Al momento infatti, non solo non è previsto un bilaterale con Joe Biden (né, com’è ovvio, con i candidati alla Casa Bianca Kamala Harris o Donald Trump) ma neppure la partecipazione al ricevimento organizzato dallo stesso, abituale occasione per una photo opportunity di cui Meloni è convinta di non aver bisogno dati gli ottimi rapporti.

LA PREMIAZIONE
Legami che la premier comunque coltiva da ambo le parti. Lunedì infatti, riceverà dal think tank Atlantic Council il prestigioso Global Citizen Award (assegnato, tra gli altri, a Henry Kissinger e Mario Draghi) «per il suo ruolo pionieristico di prima donna Capo di Governo in Italia, il suo forte sostegno all’Unione Europea e all’alleanza transatlantica nonché per la sua presidenza del G7 nel 2024». Lo farà però — con qualche polemica a tener banco — ricevendolo su sua richiesta dalle mani «dell’amico» Elon Musk, già presente ad Atreju nel 2023, considerato vicino a Trump e da più di qualche osservatore valutato come poco attento contro le fake news pro-Putin diffuse sul “suo” social “X”.

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