11.05.2025
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Politics

Il Ppe (di Ursula) attacca il Green Deal. A Valencia Tajani eletto vicepresidente


BRUXELLES L’Europa che vuole tornare a crescere deve «avviare una nuova stagione contro il Green Deal, un disastro per l’agricoltura e l’industria europea». Intervenendo nella seconda e ultima giornata dei lavori del congresso del Partito popolare europeo a Valencia, in Spagna, il vicepremier e leader di Forza Italia Antonio Tajani non ha usato giri di parole per additare quello che ritiene essere il principale ostacolo per un’Ue chiamata, semmai, a «sostenere l’economia reale» e «fare di più sulla politica industriale» (anche dando «più poteri alla Commissione»).

PPE AL TIMONE

Il Ppe — che è la prima forza all’Europarlamento, esprime la metà dei commissari e la stessa presidente Ursula von der Leyen, e con l’arrivo di Friedrich Merz a Berlino potrà contare su 13 leader Ue su 27 — ha da tempo imboccato la strada del dissenso sulle politiche verdi di Bruxelles, dall’agricoltura all’automotive. Una linea sintetizzata da una risoluzione forzista sulla competitività, adottata a stragrande maggioranza dall’assemblea del congresso. Dove, dopo il quasi plebiscito che, mercoledì, ha incoronato Manfred Weber per un secondo mandato alla presidenza del partito, ieri è stata la volta della scelta dei dieci vice. Tajani ha incassato la riconferma nel ruolo che riveste senza interruzioni dal 2002, risultando il secondo più votato alle spalle solo del premier finlandese Petteri Orpo. Prima del leader di Forza Italia, a suonare la carica delle bordate popolari contro il Green Deal era stato proprio Weber: «Dove sarebbero oggi la nostra industria e i nostri posti di lavoro, se non avessimo fermato la politica climatica ideologica alla Frans Timmermans?» ha detto, riferendosi all’ex vice di von der Leyen, il socialista olandese che è stato l’architetto tra 2019 e 2023 del maxi-piano verde e di alcuni provvedimenti-chiave, come lo stop all’immatricolazione delle auto a diesel e benzina o la direttiva “case green”. «I socialdemocratici hanno abbandonato la classe lavoratrice», ha proseguito il gran capo del Ppe, mentre «verdi e liberali si rifugiano nei quartieri degli elettori istruiti e privilegiati».

La conseguenza? «I populisti sono forti perché troppi democratici sono deboli». A escludere ripensamenti sul sentiero verde, però, è stata la stessa portavoce di von der Leyen, Paula Pinho, chiamata a commentare il fuoco amico di Valencia. «La presidente sostiene pienamente il Green Deal, che è stata una delle sue iniziative principali sin dal primo mandato». Il piano è adesso «in fase di attuazione», il che porta con sé anche degli «aggiustamenti». Come quelli arrivati appena due mesi fa, parte del primo di una serie di pacchetti Omnibus per la sburocratizzazione, che effettivamente più di un tassello del Green Deal lo smontano. Per ora, in particolare, si interviene sugli obblighi di rendicontazione in materia di sostenibilità, da cui è esentato l’80% delle aziende, mentre il 90% degli importatori interessati dalla normativa saranno “salvati” dalla carbon tax, cioè il dazio ambientale a carico di chi fa arrivare produzioni inquinanti, tipo acciaio e fertilizzanti, da fuori Ue. Interventi puntuali a cui seguiranno altri, nella crociata in nome della semplificazione avviata da von der Leyen.

LE EMISSIONI

Ma l’osservato speciale, di natura meno tecnica e più politica, è il target di riduzione delle emissioni di CO2 entro il 2040, pari al 90%, che non è stato ancora tradotto nero su bianco nella legislazione Ue (a differenza del -55% al 2030 e dello zero netto al 2050). Indicato nella lettera di missione del commissario al Clima Wopke Hoekstra (peso massimo del Ppe) e inizialmente previsto per il primo trimestre dell’anno, la sua fissazione è slittata all’estate. La ragione? Prender tempo per individuare, nel braccio di ferro interno al centrodestra e nel dialogo con le rappresentanze industriali, sufficienti margini di flessibilità per mantenere sì fede al proposito politico, ma diluendone di fatto la portata.

Gabriele Rosana

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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