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il populista Sanseito guadagna consensi. Dal prezzo del riso agli immigrati, tutti i temi


Commenti e retroscena del panorama politico
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Domenica 20 luglio, in Giappone, si vota per la Camera Alta (Sangiin), una delle due camere che costituiscono il sistema parlamentare giapponese. E la coalizione di governo, in carica da decenni – composta dal partito conservatore PLD (Partito Liberaldemocratico) e dal suo alleato minore Komeito – potrebbe subire una pesante sconfitta.

Il partito governa il Paese quasi ininterrottamente dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, ma il suo leader, il primo ministro Ishiba Shigeru, è ormai molto impopolare e rischia di essere scalzato. Secondo i sondaggi e le ultime elezioni di ottobre, l’opposizione sta guadagnando consensi, ed è in crescita soprattutto il partito xenofobo di estrema destra Sanseito.

Le elezioni di ottobre

Nell’autunno del 2024 il voto alla Camera Bassa (Shugiin), l’organo costituzionalmente più potente del Parlamento, era stato disastroso per la coalizione al governo, che aveva perso la maggioranza.  

Il consenso verso Ishiba è calato soprattutto a causa di una gestione inadeguata della crisi legata al prezzo del riso. Negli ultimi mesi, i cittadini giapponesi hanno visto aumentare il costo dei beni di consumo a fronte di una continua contrazione dei salari reali. L’inflazione è ormai sopra il 3% e ha colpito soprattutto il prodotto alla base dell’alimentazione giapponese, il riso. Rispetto all’anno scorso, il suo prezzo è quasi raddoppiato: un vero e proprio dramma sociale; come lo sarebbe l’aumento del costo della farina in Europa, dato che il riso, nel Paese nipponico, ha un ruolo simile a quello del pane e della pasta nella dieta occidentale. 

E la soluzione della maggioranza – distribuire sussidi ai cittadini invece che ridurre la pressione fiscale – non convince una popolazione che fatica sempre più ad arrivare alla fine del mese.

Il voto di domenica

125 dei 248 seggi che compongono la Camera Alta – chiamata anche Camera dei Consiglieri – saranno assegnati con il voto di domenica, e gli eletti resteranno in carica per 6 anni. Stando alle proiezioni dei diversi sondaggi, il PLD e Komeito potrebbero perdere la maggioranza anche in questa Camera. Ne beneficerebbe innanzitutto il Partito Costituzionale Democratico (PCD) che guida l’opposizione di centrosinistra.

Ma, secondo quanto riporta l’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI), in testa all’avanzata dell’opposizione ci sarebbero altri partiti, come il centrista Partito Democratico per il Popolo (PDP) e Sanseito, un partito di estrema destra.

Questo piccolo partito è emerso nei sondaggi di questa tornata elettorale grazie a un’aggressiva campagna xenofoba sui social, ed è oggi la forza di estrema destra che cresce più velocemente in Giappone. 

L’ascesa della retorica anti-immigrati 

«Prima i giapponesi!» questo lo slogan di Sanseito, guidato dal leader Sohei Kamiya, che ricalca perfettamente quello di altri partiti nazionalisti e populisti nel resto del mondo. A cominciare dall’«America first» del movimento MAGA guidato da Donald Trump. 

Il partito nipponico di estrema destra è nato nel 2020, e il suo recente successo riflette una crescente virata «a destra» della retorica sull’immigrazione, che coinvolge anche la maggioranza liberale attualmente alla guida del Paese. Secondo alcuni quotidiani giapponesi come il Mainichi, fomentare l’odio contro gli stranieri è utile ai partiti per scaricare su un capro espiatorio le responsabilità della crisi economica. E infatti anche il PLD ha promesso «Zero immigrati illegali» e il pugno di ferro contro i lavoratori stranieri irregolari. Non è da meno il centrista PDP all’opposizione, che vuole tassare gli investimenti stranieri e aumentare i controlli sugli immobili di proprietà non nipponica. 

Sanseito sorpassa tutti a destra, proponendo che sia proibito l’accesso degli stranieri alla sanità pubblica e vengano ristretti i criteri per le domande di cittadinanza. Gli osservatori riportano una moltiplicazione degli episodi di hate speech e xenofobia per le strade del Paese e sui social, e una diffusione quasi incontrollata di fake news razziste. Ma, a causa anche del calo demografico (come l’Italia), il Giappone vive una drammatica carenza di lavoratori e ha bisogno di manodopera e immigrazione straniera, che contribuisce in modo essenziale alla società nipponica. 

Nelle università giapponesi, i giovani protestano contro le derive nazionaliste della politica istituzionale. «Non ci sono esseri umani di prima e seconda classe», questo lo slogan nelle università di Kyoto e Chuo. 

I possibili scenari 

Il voto di domenica sarà decisivo: se la coalizione di Ishiba dovesse perdere la maggioranza alla Camera Alta, la situazione si complicherà. La variegata provenienza politica delle opposizioni – centrosinistra, centro ed estrema destra – renderebbe quantomeno improbabile la prospettiva di una coalizione che possa formare un governo alternativo a quello guidato da PLD e Komeito. La maggioranza potrebbe pensare ad espandere la coalizione di governo per assicurare la governabilità del paese, o indire nuovamente elezioni anticipate per la Camera Bassa. Ma il quadro, per il governo in carica, per il momento è tutt’altro che roseo.


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