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il patrimonio subacqueo a Taranto


Sede, ospiti, date e temi — necessariamente — non sono cambiati granché. Eppure l’esordio di Alessandro Giuli da ministro della Cultura non può non essere valutato anche in base alla discontinuità rispetto alla gestione di Gennaro Sangiuliano. Un “tempo nuovo” che all’apertura del G7 di Pompei di questa mattina si tradurrà in due eventi inseriti in agenda in fretta e furia, e in una volontà precisa di tenere un profilo basso da parte del neo-ministro. Se da un lato i riflettori dell’apertura dei lavori Giuli li ha ceduti volentieri all’omologo ucraino Mikola Tochytskyi, dall’altra ha spostato il focus del concerto d’esordio dalla direttrice d’orchestra Beatrice Venezi (travolta dalle polemiche nei giorni scorsi) alla guida della Nuova Orchestra Scarlatti a coloro che assieme a lei si esibiranno. Il maestro Carlo Bernini, la soprano di origine irpina Carmen Giannattasio e, soprattutto, il tenore Andrea Bocelli.

L’ACCOGLIENZA

Un modus operandi discreto di cui Giuli ha in parte fatto sfoggio già ieri facendo gli onori di casa all’arrivo degli ospiti internazionali accolti al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Tra le sale del Mann, evitando farsi coinvolgere in risposte scivolose sulle proteste e i flash mob che hanno interessato per tutto il giorno il capoluogo campano o anche sugli strascichi dell’affaire Boccia culminato nella denuncia di Sangiuliano nei confronti della sua ex collaboratrice, il ministro ha accolto Rachida Dati (Francia), Claudia Roth (Germania), Lisa Nandy (Regno Unito), Lee Satterfield (USA), Pascal St-Onge (Canada) e Masahito Moriyama (Giappone) assieme ai giovani artisti del Conservatorio San Pietro a Majella, accanto al sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, il presidente della Regione Vincenzo De Luca e i sottosegretari alla Cultura Gian Marco Mazzi e Lucia Borgonzoni e limitandosi a citare il De reditu suo del poeta latino Claudio Rutilio Namaziano: «Hai dato una patria ai popoli dispersi in cento luoghi — ha detto rigorosamente in latino parlando di Roma — in questo solo la cultura può riuscire. E oggi, ai nostri illustri ospiti del G7, diciamo: benvenuti a casa vostra». Paiono insomma lontanissime le promesse di giri in vespa al tramonto con cui il suo predecessore al Collegio Romano aveva provato ad invogliare la ministra francese e gli altri omologhi qualche mese fa.

Per il resto è tutto confermato. Dopo i dubbi sullo svolgimento dell’evento, per i possibili rischi di sicurezza per i partecipanti determinati dai pericoli di diffusione degli appuntamenti dei partecipanti da parte della mancata consigliera ai grandi eventi del ministro Sangiuliano, il programma è stato confermato anche per quanto riguarda la «tappa» di Pompei che era finita nell’occhio del ciclone. Oggi infatti, la prima giornata di lavori al Palazzo Reale si chiuderà con una visita al tramonto agli scavi archeologici della città sepolta.

Il distacco dalla precedente gestione chiesta a Giuli anche dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha orizzonti però ben più ampi di quelli legati a Pompei o alla manifestazione del G7. Per l’esattezza si estendono almeno fino a Taranto e fino ai piani che Sangiuliano aveva in mente per alcuni importanti snodi nelle mani del ministero.

Tra i primi atti dell’ex direttore del Maxxi va infatti registrato lo stop al tentativo del suo predecessore di spostare la sede centrale della Soprintendenza nazionale per il patrimonio culturale subacqueo dalla città pugliese al capoluogo campano (pur dirottando una parte delle competenze a Lecce). Un passo indietro che ha il sapore della discontinuità.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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