19.05.2025
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Politics

«Il nostro nemico è il generale inverno»


Il sindaco che afferra gli stivali per aiutare gli alluvionati, quello che — lo dice lui stesso dal palco durante il comizio elettorale -, «appena finito qua, vado in Protezione civile per garantire che le elezioni possano avvenire senza nessun problema». I leader del centrodestra arrivano all’auditorium dei Magazzini del cotone a Genova per lanciare la volata a chi ha tirato la coalizione fuori dalla palude dopo i tormenti giudiziari di Giovanni Toti. Un candidato civico definito a più riprese «l’uomo del fare», colui che «si spende per le infrastrutture», che permetterà che la Liguria «non torni al passato».

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Matteo Salvini è l’unico a citare l’ex presidente della Regione, «se siamo qui — afferma — lo dobbiamo anche a lui, non dobbiamo cancellare nulla degli anni di buon governo». Ma gli altri, da Giorgia Meloni ad Antonio Tajani, da Maurizio Lupi a Stefano Bandecchi (per il leader di Ap che ha chiuso in Umbria un accordo con l’alleanza si tratta di un vero e proprio debutto), citano solo Marco Bucci. Fdi, Lega, Forza Italia e Noi moderati vedono nel sindaco di Genova l’uomo della svolta. «Fino a qualche settimana fa la sinistra già cantava vittoria. Noi — ammette il presidente del Consiglio — ci siamo ritrovati ad attraversare una situazione difficile, il centrosinistra pregustava una vittoria schiacciante, poi sono tornati a fare i conti con la realtà. Abbiamo messo in campo l’uomo migliore».

IL TERRITORIO
Perché è vero che queste elezioni in Liguria hanno una valenza nazionale, servono per misurare la tenuta della maggioranza da una parte e del campo largo dall’altra, ma è altrettanto evidente che qui, proprio nel cuore della tempesta giudiziaria che ha abbattuto Toti, la sfida si gioca tutta sul territorio. Non a caso Salvini ha ringraziato ad una ad una le tv locali. «Perché i media nazionali non hanno parlato per nulla della Liguria», la contestazione del leader della Lega Matteo Salvini, «questa regione a Roma non esiste ed è una vergogna». Per il centrodestra è una partita tra due visioni: «La grande differenza — fa notare il segretario di FI, Antonio Tajani — tra chi dice sì e chi dice no. Bucci ha ricostruito il Ponte Morandi, una ferita profonda per Genova, ma se tutti quelli che distruggevano castelli avessero fatto costruire la Gronda, magari il Ponte Morandi non sarebbe caduto». «Bucci traduce gli ideali della nostra coalizione in azioni concrete», rimarca Lupi. All’auditorium dei Magazzini del cotone a Genova ci sono oltre i leader tutti i “big” locali della coalizione che hanno scommesso sul primo cittadino del capoluogo della regione per superare il trauma di Toti. C’è Edoardo Rixi, viceministro al Mit e segretario della Lega in Liguria, che attacca: «La sinistra vuol farci riportare alla povertà. Non dobbiamo vincere ma stravincere». C’è il coordinatore di Fdi, Matteo Rosso, quello di FI, Carlo Bagnasco. Presenti, tra gli altri, anche l’ex presidente della Regione Sandro Biasotti e Claudio Scajola: «Bucci vincerà, anche se non a mani basse», sottolinea l’ex ministro.

L’APPELLO AL VOTO
L’invito che ognuno di loro rivolge dal palco è quello a combattere soprattutto il fenomeno dell’astensionismo. Anche perché su Genova incombe di nuovo il pericolo di un’altra alluvione. «Ho rivisto ancora le previsioni. Non dovremmo avere problemi con il voto», rassicura più volte Bucci. «Coraggio, mettetevi gli scarponi e magari accompagniamo chi non vuole andare a votare in macchina. Dobbiamo vincere il generale inverno che non è nostro amico», il grido di battaglia di Tajani.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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