Antonello Venditti a ‘Domenica In’, racconta il forte sentimento che spinge un’artista nel scrivere le canzoni: «Si, non avevo mai visto Roma, oltretutto ero molto grasso, cosa che farei vedere… perché poi mi sembra, non so, che la vita di Tiziano Ferro sia simile alla mia, capito, perché anche lui era grassissimo, quindi più o meno la vita dei musicisti, degli artisti, è molto simile, tutti vengono da un profondo dolore, da un disagio, dal fatto di doversi quasi scusare e affermarsi attraverso una cosa che altri non sanno fare oppure non sanno dimostrare. ‘Roma Capoccia’ mi ricordo quando l’ho scritta perché poi c’era un pianoforte e avevo fortunatamente un balconcino… io ho scritto quasi sempre le canzoni davanti ad un muro, quindi cercando con la fantasia di rompere quel muro». www.raiplay.it
