15.05.2025
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Politics

«Il Fronte popolare modello per noi»


ROMA Più che un campo largo, un grand champ. O meglio: un Fronte popolare in salsa italiana. Come l’unione di socialisti e sinistra “ribelle” transalpina che in Francia ha dimostrato di tener testa all’ascesa dell’ultradestra. O almeno, di poterci provare. Eccola, la suggestione che prende corpo tra i progressisti di casa nostra per «battere la destra» di Giorgia Meloni. «Fare come in Francia», è il mantra. Del resto Elly Schlein lo ripeteva da ben prima del voto per il governo di Parigi: «È una questione di matematica, prima ancora che di politica: insieme ce la facciamo», la convinzione della segretaria del Pd. Ed è tornata a ribadirlo ieri, dal palco bolognese della festa dell’Anpi, l’associazione dei partigiani italiani. Un primo assaggio di quello che – nel Pd ne sono convinti – se si votasse domani sarebbe il fronte anti-meloniano: dem, Cinquestelle, Verdi-sinistra e +Europa. Eccoli, i protagonisti seduti l’uno di fianco all’altra, Schlein, Giuseppe Conte, Angelo Bonelli, Nicola Fratoianni e Riccardo Magi (con l’aggiunta di Maurizio Acerbo di Rifondazione Comunista) per dire no alle riforme del centrodestra, a cominciare da premierato e autonomia. E per ribadire le due parole d’ordine della manifestazione unitaria del 18 giugno a piazza Santi apostoli, «Costituzione e antifascismo».

All’appello mancano solo i due macroniani d’Italia, Matteo Renzi e Carlo Calenda. Che pure il presidente Anpi, Gianfranco Pagliarulo, ha fatto sapere di aver invitato, senza ottenere risposta. «In Francia i centristi fanno la desistenza con la sinistra, da noi invece non escludono di allearsi anche con la destra», lancia la stoccata il dem Andrea Orlando. «Ma non penso che gli elettori del Terzo polo in Italia avrebbero una difficoltà ad aderire ad un campo largo».

DESISTENZA
Anche Schlein ne è convinta. Di più: per la segretaria dem – legge elettorale permettendo – il modello francese della desistenza tra macroniani e sinistra si può applicare anche in Italia. Specie se col premierato arriverà una riforma elettorale in senso maggioritario, che costringerebbe il centro a stare «di qua o di là». «Abbiamo tante ragioni per essere qui insieme», comincia Schlein salendo sul palco a Bologna. «È un’occasione per ribadire alcune battaglie comuni: la difesa della sanità e della scuola pubblica, il lavoro dignitoso». I prossimi passi, di cui i leader hanno discusso anche ieri, saranno le Regionali in Emilia Romagna e in Umbria. Dove il centrosinistra si prepara a marciare unito schierando due esponenti dei dem: l’assessore uscente Vincenzo Colla per il dopo-Bonaccini e la sindaca di Assisi Stefania Proietti per sfidare l’uscente leghista Donatella Tesei.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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