La diocesi che per prima ha messo in guardia i propri parroci a tenere alla larga e non dare minimamente credito a Salvatore Micalef, un uomo di origine calabrese che gira vestito da vescovo e spacciandosi come autorevole prelato (e anche patriarca), è stata quella di Fatima, in Portogallo. In alcuni alberghi, l’anno scorso, venivano organizzate con cadenza mensile delle messe di guarigione, con l’imposizione delle mani sui fedeli e altri rituali simili agli esorcismi. Siccome la faccenda stava diventando seria il vicario generale monsignor Jorge Manuel Faria Guarda aveva diffuso un avvertimento al fine di azzerare la confusione che cominciava a creare problemi tra la gente. Allo stesso tempo chiariva che Micalef non era mai stato ordinato sacerdote nè vescovo con il mandato del Papa, e di conseguenza non si poteva definire in comunione con la Sede Apostolica. Inoltre aggiungeva che Fatima non aveva nulla a che fare con queste iniziative alle quali aveva partecipato anche un giovane segretario, sedicente seminarista, che ostentava foto accanto al Papa. «Quelle foto sono solo il risultato di incontri occasionali». Naturalmente la questione era stata denunciata anche in Vaticano.
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DIVIETO
Lo stesso problema si è presentato ultimamente a Roma che, con l’avvicinarsi del Giubileo e la presenza di milioni di fedeli, il Varticano vorrebbe evitare che rischiassero di cadere nel tranello di questi finti raduni cattolici.
Per questo la diocesi del Papa ha diramato l’avvertimento di tenere alla larga Micalef «sedicente patriarca e vescovo della Prelatura dei santi Pietro e Paolo». Anche in questo caso viene stabilito che l’uomo «non è in comunione con la Chiesa Cattolica e non è in possesso delle facoltà ministeriali necessarie per amministrare sacramenti . Di conseguenza non può né partecipare né celebrare sacramenti di fede cattolica nel territorio». Dal Laterano precisano poi che la Prelatura dei santi Pietro e Paolo non esisterebbe nemeno.
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Salvatore Micalef sembra sia stato ordinato presbitero da Emmanuel Milingo, il vescovo africano scomunicato ai tempi di Papa Wojtyla per avere aderito alla setta del coreano Moon ed essersi sposato in seguito con una agopunturista coreana di nome Maria Sung. Micalef che attualmente vive a Roma è stato più volte segnalato al Vaticano ma evidentemente con ben pochi effetti, visto che sembra che continui la sua attività in città.
Il fenomeno dei finti preti o vescovi sembra essere piuttosto frequente e gli episodi che puntualmente si verificano vengono registrati dalla cronaca che ormai offre uno spaccato comico. E quasi sempre servono per spillare offerte e denaro ai fedeli più semplici.
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