Anche il nuovo ministro della cultura Alessandro Giuli è stato ascoltato dai magistrati che indagano sul caso Sangiuliano-Boccia. Ed è un nuovo, ennesimo, colpo di scena. I pm di piazzale Clodio che hanno iscritto nel registro degli indagati l’imprenditrice di Pompei per le accuse di minaccia a corpo politico dello Stato e lesioni aggravate ai danni di Sangiuliano, hanno ascoltato per oltre un’ora negli uffici di piazzale Clodio Giuli, che è a capo del dicastero di via del Collegio Romano da poco più di un mese. Giuli è stato sentito dal procuratore capo Francesco Lo Voi e dall’aggiunto Giuseppe Cascini, come persona informata sui fatti.
Sangiuliano-Boccia, anche il neoministro Giuli è stato ascoltato dalla magistratura: il caso dell’improvviso licenziamento di Gilioli
«E’ stato un atto istruttorio a 360 gradi», spiegano gli inquirenti e ciò fa intendere che l’audizione ha riguardato anche, se non soprattutto, la fase post dimissioni di Sangiuliano e l’improvviso licenziamento del capo di gabinetto del ministero, Francesco Gilioli, l’11 ottobre scorso. Dunque pochi giorni dopo che quest’ultimo era stato ascoltato, sempre come teste, dai magistrati capitolini. Una decisione che Giuli ha motivato senza giri di parole: con lui «è venuto a mancare il rapporto fiduciario». Parole che lasciano intendere una frattura legata ad un evento improvviso, a qualcosa di «traumatico».
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Qualcuno ha ipotizzato anche la ‘propalazione’ di notizie coperte da segreto amministrativo, anche se nei giorni a seguire lo stesso ministro ha tagliato corto affermando che «non esiste alcun caso Gilioli». Gli inquirenti hanno, però, voluto approfondire con il ministro cosa ha portato ad un allontanamento così repentino dell’alto funzionario. L’ex capo di gabinetto è infatti citato in almeno due passaggi dell’esposto presentato da Sangiuliano e in particolare in riferimento alla nomina, poi saltata, di Boccia a consigliere per i Grandi Eventi.
Sangiuliano, nell’atto poi trasmesso a piazzale Clodio, scrive delle «perplessità» che l’allora responsabile del gabinetto «aveva evidenziato circa alcune incongruenze del curriculum» della imprenditrice e «le eventualità di conflitti di interesse per pregresse attività della Boccia proprio nel campo dell’organizzazione dei grandi eventi». Lo stesso Sangiuliano il 9 agosto scorso aveva inviato un messaggio a Gilioli in cui affermava: «per quel consigliere da nominare tieni fermo. Ne parliamo a fine agosto». L’ex capo di gabinetto è stato, quindi, testimone dell’intero capitolo sul mancato incarico alla imprenditrice.
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Dunque era a conoscenza di molti particolari della vicenda. La convocazione di Giuli, inoltre, arriva a pochi giorni dall’acquisizione da parte dei carabinieri di una serie di documenti proprio presso la sede del dicastero. Atti che, è presumibile, sono stati al centro del confronto del ministro con gli inquirenti. L’indagine dei pm romani viaggia in parallelo con quella del Tribunale dei Ministri che vede Sangiuliano nella veste di indagato per peculato. Per questo procedimento la data da cerchiare in rosso è il 29 ottobre quando la Giunta per le autorizzazioni del Senato dovrà vagliare la richiesta del tribunale speciale di acquisire le chat e la corrispondenza intercorsa tra il giornalista Rai e la 41enne campana.
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