La mattina puntuale in chiesa a dir messa e confessare i parrocchiani, e di pomeriggio in campo con la maglia della Sammartinese, la squadra di calcio di San Martino in Rio, un paese emiliano dove don Francesco gioca da esterno offensivo d’attacco. Mercoledì scorso ha pure segnato un gol spettacolare anche se poi la Sammartinese è stata battuta 3-2 contro la Bagnolese nella partita di Coppa Italia Promozione. La passione del pallone nella sua vita è iniziata da bambino ed è collocata in secondo piano solo alla profonda vocazione religiosa che lo ha portato ad entrare nel seminario di Reggio Emilia a 19 anni.
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Il racconto di don Francesco
Adesso don Francesco Ametta che di anni ne ha 29 racconta di come anche il campo di calcio possa essere per un prete una missione pastorale per incontrare e parlare ai giovani. «Il campo è quasi una metafora di vita».
Di conseguenza la Chiesa deve stare anche lì, non può disertare quel terreno prezioso per evangelizzare. Prima di tesserarsi e scendere in campo il viceparroco si è però dovuto confrontare con i suoi superiori e con il vescovo che davanti a tanta determinazione gli hanno dato il via libera.
«Il vero talento in famiglia è però mio fratello Gabriele che ha fatto le giovanili nella Reggiana e ora gioca in Promozione, a Bibbiano. Lui avrebbe potuto sfondare. Peccato stia nell’altro girone altrimenti sarebbe stato un bel derby» ha raccontato il viceparroco al Resto del Carlino di Reggio Emilia. «Mercoledì scorso non ho detto a nessuno che stavo andando a giocare ma poi quando si è sparsa la voce sono arrivati i ragazzi della parrocchia a fare il tifo. Quando vedono un prete che sa palleggiare si gasano». Chissà che in Vaticano dove periodicamente si disputa la Clericus Cup non venga convocato per far parte della nazionale del Papa. «Per ora nessuna chiamata» .
La Clericus Cup
La Clericus Cup è una sorta di campionato di calcio dello stato della Città del Vaticano dove giocano diverse quadre e vengono disputate sul campo di calcio della chiesa di Santa Maria Mediatrice, in territorio italiano, a poca distanza dalle mura Leonine. In passato il campionato si è giocato ogni anno ma ha avuto anche momenti di sospensione, come per esempio è accaduto nel 2020 per la pandemia di Covid. L’ultima volta hanno giocato 16 squadre, per un totale di 330 calciatori, di 70 diverse nazionalità. Il quattordicesimo mondiale della Chiesa era stato promosso dal Centro Sportivo Italiano (Csi), con il patrocinio dell’Ufficio Nazionale del tempo libero, turismo e sport della Cei, dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita e dal Pontificio Consiglio della Cultura. Il motto del torneo non poteva che essere: «Pray and Play», gioco e preghiera uniti per un unico fine: evangelizzare con i valori dello sport.
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