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il 15enne in condizioni disperate


Alessandra Spiazzi ha impugnato la pistola, l’ha puntata contro il figlio di 15 anni e ha premuto il grilletto. Poi l’ha rivolta verso se stessa e ha sparato un altro colpo. È questa la ricostruzione di investigatori e inquirenti sulla tragedia familiare di Lago di Lavagno, nel Veronese, dove venerdì pomeriggio nella villetta di via Galilei 6 sono stati trovati a terra il corpo della madre, 58 anni, e il ragazzo in fin di vita. A confermare l’ipotesi del tentativo di omicidio-suicidio da parte della donna è stata la prova dello stub, che ha consentito di risalire a chi impugnava l’arma al momento degli spari. I carabinieri e la Procura scaligera sono al lavoro per tentare di chiarire i dettagli della drammatica vicenda, mentre il 15enne si trova ancora in condizioni gravissime all’ospedale di Borgo Trento dove, come fanno sapere dalla struttura, «è sostenuto farmacologicamente e meccanicamente in tutte le funzioni vitali». In settimana sarà disposta l’autopsia sul corpo della donna che, tra l’altro, pare soffrisse di alcuni problemi di salute, anche di natura psichica.

L’ALLARME

I due spari si sono uditi nel primo pomeriggio di venerdì, intorno alle 14. In casa c’era anche il marito della 58enne e padre del ragazzo, Luciano Feltre, vigile del fuoco, successivamente sentito a lungo dagli inquirenti come persona informata sui fatti. Una sua eventuale responsabilità nella tragedia è stata esclusa fin dall’inizio, così come, al momento, risulta inverosimile il coinvolgimento di terzi. Stando a quanto emerso dalle prime indagini, la donna, casalinga, avrebbe fatto tutto da sola. Impugnando la pistola, avrebbe dapprima colpito il figlio alla nuca e poi, probabilmente pensando di averlo ucciso, si è sparata da sola alla testa. Alcuni vicini di casa riferiscono di averla sentita litigare poco prima con l’adolescente, affermando che nessuno, tuttavia, avrebbe mai potuto immaginare ciò che stava per accadere. Familiari, conoscenti e abitanti della zona stanno venendo ascoltati in queste giorni dagli investigatori nel tentativo di ricostruire le ultime ore di vita di Alessandra e, soprattutto, le condizioni psichiche in cui versava negli ultimi tempi. La testimonianza di chi conosceva la donna e in particolare quella del marito 60enne potrebbero infatti rivelarsi fondamentali per delineare i contorni della tragedia. Chi frequentava la 58enne, ex impiegata in un call center e al momento in pensione, parla di lei come di una madre particolarmente orgogliosa del figlio, da sempre bravo a scuola, appassionato di sport e partecipe alle attività della parrocchia. Alessandra viene descritta come una donna sorridente, gentile e un poco riservata, anche impegnata nel sociale tramite l’associazione “Mamme volenterose di Lavagno”, per la quale svolgeva attività di volontariato e di contrasto alla violenza. In paese era anche conosciuta per essere stata tra i promotori, lo scorso autunno, di una camminata contro i femminicidi dopo il caso di Giulia Cecchettin. Le liti con il figlio, stando anche a quanto avrebbe detto anche il marito in caserma, ultimamente c’erano, sì, ma nulla di diverso dai normali dissidi tra genitori e adolescenti.

I SOCCORSI

L’arma utilizzata per sparare, già posta sotto sequestro e sulla quale sono in corso accertamenti, pare appartenesse al padre di lei, deceduto da tempo. Da chiarire il perché non fosse stata restituita alle autorità e dove sia stata custodita dopo la morte del proprietario. Una delle ipotesi è che sia stata portata da poco nell’abitazione della famiglia a Lavagno. All’arrivo degli operatori del 118 e delle forze dell’ordine nella villetta, per Alessandra non c’era già più niente da fare. Quell’unico colpo si è rivelato fatale. Il 15enne è stato soccorso in condizioni disperate e ricoverato nel reparto di Neurorianimazione diretto dal professor Leonardo Gottin. Come è stato riportato nell’ultimo bollettino medico, il ragazzo sarebbe ancora gravissimo. «Al momento – ha spiegato ieri il procuratore di Verona Raffaele Tito – l’ipotesi indiziaria più accreditata è quella del tentato omicidio del ragazzo compiuto dalla madre che poi si è suicidata. La donna da tempo aveva problemi sanitari».

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