«Una delle prime cose che ho voluto creare per Bvlgari è stato un pattern, un’identità, la “Calla”. Mi sono ispirata agli intricati mosaici delle Terme di Caracalla, un frammento dell’Antica Roma che ha costituito l’ispirazione per l’ormai iconica collezione Bvlgari Divas’ Dream». A parlare è Mary Katrantzou, direttrice creativa della pelletteria e degli accessori di Bvlgari, nominata dall’azienda lo scorso aprile. In occasione del lancio della sua prima collezione, presentata a Parigi durante la Fashion Week, la stilista ha creato una narrazione speciale che racconta l’importanza, in questo momento storico, di aggrapparsi alle proprie radici. Tra gli ospiti tante celebrities e amici del marchio come Natalia Vodianova, Adriana Lima, Zita d’Hauteville, Olympia di Grecia, Ashley Park, Kelly Rutherford, Ami & Aya, Anna Cleveland e Valentina Romani.
Qual è stata la prima cosa a cui ha pensato quando ha varcato la soglia degli uffici di Bvlgari?
«Quando sono arrivata qui sapevo che non sarebbe stato possibile creare immediatamente una collezione completa. Mi sono concentrata sullo sviluppo di un modello distintivo, un’identità che potesse integrare il rinomato Serpenti, pur mantenendo il suo significato individuale. Volevo creare qualcosa di emblematico e profondamente legato alle radici romane di Bvlgari, che fungesse da alternativa al logo e rappresentasse l’identità del marchio».
Può descriverci la collezione?
«Il motivo Calla forma un nuovo linguaggio per la pelletteria Bvlgari, espresso attraverso trattamenti matelassé e pavé di cristalli. Il mio pezzo preferito è la clutch “Ginkgo”. Incarna perfettamente l’essenza del nostro nuovo simbolo nella sua forma più pura. Sospesa singolarmente da un bracciale in pelle, questa nuova borsa consacra il motivo “Calla” come nuova silhouette iconica. A questa si aggiungono le nuove Serpenti Duo e la nuova ‘Serpenti Sugarloaf’, una borsa a spalla in nappa dai volumi imbottiti che prende nome e forma dalla pregiata variante a “pan di zucchero” del celebre taglio a cupola cabochon».
Qual è stato il suo punto di partenza?
«Ho iniziato studiando gli archivi di Bvlgari. Da lì ho tratto ispirazione dalle radici romane del brand, in particolare dai mosaici delle Terme di Caracalla. Questo studio ha gettato le basi per la creazione del simbolo “Calla”».
Perché ha scelto di guardare indietro nel tempo invece che al futuro?
«Non ho scelto di guardare indietro nel tempo ma all’archivio del marchio. La straordinaria ingegneria che sta dietro ai gioielli di Bvlgari offre infinite possibilità creative, cosa che nessun’altra maison è in grado di fare. Ho la possibilità di esplorare questi eccezionali pezzi di design e immaginarli in modi nuovi. Non si tratta solo di portare i modelli del passato nel presente, ma di abbracciare la natura in evoluzione dei modelli. È un laboratorio creativo per una metamorfosi senza fine, dove ogni pezzo influenza l’architettura, le proporzioni e la vestibilità delle collezioni. Ispirandomi ai mosaici delle Terme di Caracalla, ho cercato di creare qualcosa di emblematico, legato al patrimonio romano della griffe. Il ruolo di Bvlgari nel sostenere il restauro di queste antiche opere d’arte ha reso il legame con Caracalla ancora più profondo. Il motivo “Calla”, con la sua forma a ventaglio sensualmente curvilinea, incarna la femminilità, la versatilità e un’universalità senza tempo. La sua forma richiama la foglia di ginkgo, simbolo di forza».
Cosa le piace di Bvlgari?
«Bvlgari abbraccia l’eclettismo culturale e artistico, evolvendo continuamente la propria estetica. Eccelle nel combinare colori, elementi, forme e materiali. Sono cresciuta in Grecia e ho sentito istintivamente un legame con il suo fondatore Sotirio Bvlgari, anche lui greco e con i disegni del brand per il loro senso di simmetria e armonia e per l’importanza che attribuiscono alla narrazione, all’alchimia e al sincretismo. Tutti questi aspetti sono parte anche della mia estetica».
Ci può raccontare come ha conosciuto la maison romana?
«Il legame con Bvlgari nasce nel 2019, durante la mia prima sfilata al Tempio di Poseidone, una lettera d’amore alla Grecia dedicata ad una raccolta fondi in favore dell’associazione benefica Elpida. Da lì il nostro rapporto si è evoluto in modo naturale: negli ultimi quattro anni abbiamo lavorato insieme a diversi progetti e oggi sono diventata direttore creativo della pelletteria e degli accessori. Questa nuovo ruolo mi permette di esplorare il legame tra gioielli e accessori funzionali. Affronto questa sfida come un anello di congiunzione tra la magnifica bellezza della maison romana di alta gioielleria e le diverse sfaccettature della vita quotidiana».
Qual è il messaggio dietro al suo lavoro?
«Il mio lavoro è sempre stato incentrato sulla narrazione e il mio obiettivo è infondere la ricca narrativa e il sincretismo culturale delle icone Bvlgari nella nostra pelletteria e nei nostri accessori. Voglio creare pezzi che non solo riflettano il patrimonio della griffe, ma che introducano anche design freschi e innovativi». Cosa le piace della moda e del suo lavoro? «La moda è una forma di espressione di sé e della propria individualità che riflette il contesto culturale e sociale del nostro tempo».
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