Emilia Romagna al voto, domenica e lunedì, e tra alluvioni e tensioni — oggi altro corteo “antifascista militante” degli studenti che hanno indetto il No Meloni Day — sarebbe in vantaggio nelle urne secondo i sondaggi il centrosinistra.
Ma chi sono i due principali candidati dei due principali schieramenti. Michele De Pascale, sindaco Pd di Ravenna, è il candidato presidente del centrosinistra. La professoressa Elena Ugolini è la competitor per il centrodestra. Una figura civica, origini in Comunione e Liberazione, radicata nel mondo cattolico ed ex sottosegretaria all’istruzione nel governo Monti.
Autonomia differenziata, il centrodestra non molla: «Modifiche in Parlamento». Si teme lo slittamento
Le regionali in Emilia Romagna
A fronteggiarsi nella regione «rossa» per eccellenza saranno in tutto quattro candidati. Oltre ai due di punta, si presentano Federico Serra e Luca Teodori. Sono 3.580.529 i cittadini attesi ai seggi. Quanti si presenteranno? C’è il rischio astensione.
Di Ugolini non si fa che dire: se perde la corsa regionale diventerà la candidata civica per le elezioni a Bologna, insomma la nuova Guazzaloca in grado forse di battere la sinistra nella città più di sinistra d’Italia. Ma lei nega: “Se perdo non mi candiderò a sindaco di Bologna nel 2026”. Di De Pascale fa un ritratto Bersani che in questa campagna elettorale è onnipresente: “Michele sa legare la sabbia”. Ovvero unitario e pragmatico. Lo è anche la sua concorrente però.
La quale si descrive così: “Sono mamma di quattro figli, docente di filosofia, preside. Sono stata Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Istruzione e ora mi candido alla guida dell’Emilia Romagna. Voglio che si riparta dalla persona per costruire insieme una nuova visione di futuro per la mia Regione”.
Le posizioni
“Non aumenterò la percentuale di fondi alla sanità privata”, garantisce lei. E lui sempre sulla sanità che in Emilia Romagna è una eccellenza che entrambi vogliono conservare e garantire ancora di più: “Siccome l’80% del bilancio regionale va alla sanità, l’80% del mio tempo sarà dedicato alla sanità”. I due si confrontano su tutto: alluvione, diritti, femminismo, futuro. Con la consapevolezza che la storia è dietro l’angolo del 17-18 novembre: “Se io perdo passo alla storia, se lei vince passa alla storia”, ironizza il sindaco di Ravenna. Non è un confronto aspro tra i due.
Ma civile ed evviva.
“Incontro tante persone. Mi sono messa nei loro panni. Insieme abbiamo cercato di capire come si può governare”, dice Ugolini. E De Pascale: “Sono contento del progetto che abbiamo costruito sull’Emilia Romagna. Abbiamo affermato i nostri valori, abbiamo valorizzato i risultati dell’amministrazione Bonaccini e abbiamo anche identificato le aree dove possiamo cambiare”.
La parteipazione
La preoccupazione principale resta per tutti quella per la partecipazione. De Pascale non nasconde l’apprensione: “Quando una elezione regionale è disgiunta da uno scontro nazionale perde di appeal. La Lombardia fece il 41% di affluenza, la Liguria il 46%. Chiunque vinca deve capire come avvicinarsi ai cittadini, visto che la maggioranza per ora mostra disaffezione”. Lo scontro tra Palazzo d’Accursio e Palazzo Chigi sulla manifestazione di Casa Pound e agili attacchi dei militanti di estrema sinistra alla polizia nei giorni scorsi potrebbe risvegliare l’elettorato ma chissà. Su questo torna anche il candidato Pd: «Io difendo totalmente la posizione di Matteo Lepore nel confronto con Giorgi Meloni. Per me la manifestazione dell’estrema destra non andava fatta in quella piazza del centro. I gruppi neofascisti vanno sciolti. Non si può mai però giustificare la violenza, nemmeno di fronte alla più sbagliata delle manifestazioni, come era questa. Il governo deve spiegare perché quel corteo è stata consentito, evitando reazioni scomposte come quella della presidente Meloni”.
I temi
Scendendo sul campo dei temi concreti, il primo della lista è l’alluvione. Ed è anche quello sul quale i due candidati appaiono più distanti. De Pascale spiega: “Il primo elemento è che siamo davanti ad eventi che per veemenza e violenza sono del tutto nuovi. Secondo, le spese per prevenzione sono state finora del tutto insufficienti. Non è colpa del governo Meloni, ma di chiunque abbia governato negli ultimi 15 anni. Terzo, si deve fare meglio tutti, compresa la Regione. Servono opere e strutture. Serve un patto Repubblicano: basta polemiche e speculazioni. Io, se sarò eletto presidente, voglio essere commissario. Poi se le cose vanno male è colpa mia”. Ugolini ritiene che la Regione, guidata da sempre dalla sinistra, abbia sempre fatto poco per la manutenzione del territorio. E comunque, oggi sia lui sia lei chiudono le rispettive campagne elettorali. È una cosa unisce i due avversari. La manifestazione finale non vedrà la partecipazione dei leader nazionali. De Pascale a Bologna stasera, a piazza Santo Stefano. Ugolini, che è di Rimini, invece a Ferrara, città dove il centrodestra spera di fare il pienone.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Leave feedback about this