11.05.2025
12 Street, Rome City, Italy
Politics

i nodi di Meloni per l’ultimo rush di campagna elettorale


La scarsa affluenza alle urne, a cui secondo alcune delle previsioni potrebbe andare meno di un italiano su due. E un alleato che scalpita (la Lega) e che bisogna cercare di contenere. A cinque giorni dalle Europee, sono questi alcuni dei nodi che Giorgia Meloni si trova a dover sciogliere nel rush finale dlela campagna elettorale. Ci proverà questa sera, la premier, intervistata in prima serata da Quarta Repubblica su Rete 4. 

L’affondo

E non potrà esimersi dal dire la sua sull’attacco leghista al Capo dello Stato, provando a stemperare il clima. L’affondo era partito dal senatore del Carroccio Claudio Borghi, che due giorni fa ha chiesto le dimissioni di Sergio Mattarella (reo di aver menzionato la «sovranità europea» in un passaggio della sua lettera ai prefetti inviata per il 2 giugno). Dall’altro lato, è probabile che la leader di Fratelli d’Italia provi anche a rilanciare la partecipazione alle urne. Un po’ come stanno facendo tutti i capi dei partiti, alzando i toni e aumentando la posta in gioco.

Del resto lo scenario di un’affluenza sotto il 50% preoccupa. E non solo a via della Scrofa, anzi. Soprattutto perché rischia di sballare i calcoli e le previsioni su cui si erano fissate le asticelle. «Chiedo agli italiani di dirmi se apprezzano l’operato del governo», è la sfida lanciata da Meloni dalle colonne del Tempo. La premier, non è un mistero, punta a bissare il risultato delle politiche. L’obiettivo, insomma, è quota 26%. Sotto, sarebbe una delusione. Anche perché in questa campagna elettorale Meloni ci ha messo la faccia in prima persona, invitando gli elettori a «votare Giorgia». Così come si gioca molto la sua rivale del Pd Elly Schlein, alla prima vera prova da quando è arrivata alla tolda di comando del Nazareno.

Stemperare il clima

Ma se la segretaria dem sa di avere molto in ballo, è sulla premier (e sui nuovi equilibri nella maggioranza dopo il voto) che per ovvie ragioni tutti gli occhi saranno puntati. Anche nella sfida per le riforme in discussione: dal premierato alla separazione delle carriere di magistrati e pm. E’ anche epr questo, per non compromettere i rapporti col Colle in una fase delicata come quella in cui si stanno incardinando nuovi e fondamentali provvedimenti, nell’ottica dell’esecutivo, che con ogni probabilità la premier correggerà il tiro rispetto all’attacco leghista al presidente della Repubblica.

Un’inversione di rotta già si era registrata nelle ore successive all’uscita di Borghi, con la nota ufficiale di via Bellerio — partorita, secondo i retroscena, dopo i contatti tra Meloni e Matteo Salvini — che aveva provato a spegnere l’incendio: «Nessuno chiede le dimissioni di Mattarella». Questa sera sulla querelle la leader di FdI tenterà di mettere la parola fine. Assicurandosi (o almeno, provando a farlo) una navigazione meno tormentata negli ultimi cinque giorni di campagna elettorale. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Leave feedback about this

  • Quality
  • Price
  • Service
[an error occurred while processing the directive]