Cosa pensano gli italiani delle IA? Ecco cosa dice il Quarto Rapporto Ital Communications-IISFA sull’Intelligenza Artificiale presentato al Senato. Il responso della ricerca: italiani ottimisti e fiduciosi, ma impreparati.
IA: italiani cautamente ottimisti e fiduciosi, ma impreparati
Ottimismo e impreparazione: quanto conoscono l’IA gli italiani?
In termini di IA gli italiani si mostrano per lo più ben disposti, ma in parte inconsapevoli.
Lo rivela il Quarto Rapporto Ital Communications-IISFA (Associazione Italiana Digital Forensics): il 37% degli italiani appare ottimista, mentre un altro 37% mantiene una visione neutrale e il 21% mostra diffidenza sulle applicazioni dell’Intelligenza Artificiale. Tuttavia addirittura il 31% non ha ancora utilizzato tecnologie basate sull’IA.
Il dato però non è uguale in tutte le fasce d’età e rivela che i giovani hanno molta più dimestichezza degli adulti con le nuove tecnologie (soprattutto con gli assistenti virtuali e le app di IA Generativa): l’utilizzo di qualche tipo di tecnologia o applicativo è quasi totale presso gli individui nella fascia 18-34 anni (83%), mentre è molto inferiore presso la maggioranza degli adulti (57% tra gli over 54).
L’indagine, realizzata in collaborazione con l’Istituto Piepoli e Assocomunicatori, mostra una buona dose di ottimismo, ma indica inequivocabilmente le carenze nel sistema informativo.
L’ottimismo come punto di partenza: lavorare su informazione e sicurezza
In Italia l’ottimismo supera dunque la consapevolezza in termini di IA, ma la fiducia è comunque un buon punto di partenza.
Lo pensa anche Gerardo Costabile, Presidente IISFA, che appare soddisfatto dei dati emersi e si mostra sicuro per il futuro dell’IA in Italia. «Ottimismo, fiducia e percezione dei rischi sono ben suddivisi nella popolazione, con un focus sul mondo del lavoro, sanità e servizi bancari — afferma Costabile. La maggioranza degli italiani ci chiede maggiore formazione e conoscenza, oltre che un impegno a ridurre alcuni rischi che sono chiaramente percepiti, quali ad esempio quelli sul mondo del lavoro e sulle fake news/deepfake sempre più sofisticati.»
«Grazie alla regolamentazione del settore si possono ridurre i rischi per il mercato europeo - osserva l’Europarlamentare Brando Benifei. Attraverso standard condivisi andiamo a verificare come evitare invasioni nella privacy del cittadino. È, inoltre, cruciale il tema della trasparenza sulla riconoscibilità dei contenuti generati dall’IA per evitare manipolazione dei dati.»
Per il Presidente dell’Istituto Piepoli, Livio Gigliuto, invece: «Si parla tanto di Intelligenza Artificiale. Gli italiani la conoscono e hanno un atteggiamento positivo e ottimistico, soprattutto se orientato al futuro, nonostante si rilevino anche degli aspetti negativi. Il vero tema è che c’è scarsissima informazione e la maggior parte delle persone si informa da sola attraverso il web. Dal Rapporto Ital Communications-IISFA emerge dunque che la popolazione ha un atteggiamento verso l’IA ottimistico, ma prudente.»
I temi su cui concentrarsi sono quindi sicuramente il panorama informativo e le nuove normative, con un’attenzione particolare alla sicurezza e ai diritti individuali. Una maggior diffusione di consapevolezza in tema di norme e privacy costituisce sicuramente la chiave per rendere più consapevole la popolazione italiana e, contemporaneamente, rassicurarla sul futuro dell’IA.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Leave feedback about this