Rispettare il diritto umanitario a Gaza e arrivare alla liberazione degli ostaggi israeliani in mano di Hamas, evitando che il conflitto in Medio Oriente si allarghi, lavorando per la soluzione “due popoli in due Stati”. Sostanzialmente coincidono le priorità espresse dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni al presidente dello Stato di Israele Isaac Herzog, ricevuto ieri prima al Quirinale e poi a Palazzo Chigi, mentre a qualche decina di metri di distanza, nella Galleria Sordi, andava in scena una protesta pacifica da parte di una trentina di manifestanti con bandiere e slogan «Palestina libera». Herzog ha infatti definito «vero amico dello Stato di Israele» sia il presidente della Repubblica sia la premier.
E «la grande amicizia» tra i due Paesi è stata sottolineata pure da Mattarella nel faccia a faccia al Colle, un incontro esteso poi alle delegazioni, a cui hanno partecipato il ministro degli Esteri Antonio Tajani e l’ambasciatore italiano a Tel Aviv Luca Ferrari.
IL QUIRINALE
Il capo di Stato israeliano ha ringraziato l’omologo italiano per la «chiarezza morale» e per «essere al nostro fianco, mentre continuiamo ad affrontare gli artigli del terrorismo dell’impero del male mossi da Teheran, e mentre lavoriamo instancabilmente per far tornare le nostre care e i nostri cari rapiti dalla prigionia a Gaza».
A Meloni Herzog ha «raccontato dei cinque soldati e civili assassinati o rapiti e portati a Gaza il 7 ottobre, i cui corpi sono stati recuperati ieri nel cuore di Khan Yunis». La premier, riferisce invece palazzo Chigi in una nota, «ha ribadito la vicinanza del Governo italiano ad Israele e la ferma condanna del terrorismo di Hamas». Rinnovando «l’impegno italiano per la de-escalation a livello regionale», ha ricordato il ruolo svolto dal contingente italiano impegnato nella missione Unifil al confine con il Libano, «ribadendo la forte preoccupazione per la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza».
Nell’ottica di giungere «al più presto» al cessate il fuoco e alla liberazione degli ostaggi», Meloni ha chiarito che bisogna lavorare «nella prospettiva di una soluzione a due Stati». Roma «continuerà a sostenere la mediazione Usa e a portare assistenza alla popolazione civile palestinese, attraverso l’iniziativa “Food for Gaza”. Quest’ultimo è il programma voluto dal governo per inviare alimenti e beni sanitari per la popolazione civile palestinese. Progetto per cui ieri Tajani ha ringraziato «tutte le organizzazioni agricole italiane che hanno contribuito a realizzarlo. Il primo cargo è arrivato qualche giorno fa in Giordania, per poi passare a Gaza. Poi altri beni partiranno dal porto di Gioia Tauro per arrivare a Cipro attraverso il corridoio marino umanitario e arrivare a Gaza». L’Italia insomma continua a proporsi come mediatore. «Abbiamo già detto — ha proseguito ieri durante un intervento a Rtl il titolare della Farnesina — che siamo pronti a inviare i nostri militari per favorire una stagione di transizione di pace così come l’abbiamo fra Libano e Israele».
La visita di Herzog però, al netto della manifestazione della Galleria Alberto Sordi non ha mancato di creare qualche polemica. «Un uomo politico così nella Prima Repubblica non lo avrebbe ricevuto nessuno», ha affermato sui social Bobo Craxi, figlio dell’ex premier socialista Bettino, pubblicando una foto di qualche mese fa in cui Herzog scrive un messaggio su un missile usato dall’esercito israeliano.
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