Il vento, la pioggia, l’erba alta a punire i colpi fuori linea e i bunker da mal di testa, piccoli e con le sponde altissime perché un tempo, durante il pascolo, erano ricoveri per il bestiame durante le giornate di maltempo. Al Royal Troon tutto è tipicamente scozzese, il percorso, costeggiato dal mare, è disegnato dalla natura e l’unico disturbo arriva dallo sfrecciare dei treni sulla ferrovia che corre parallela.
La corsa alla Claret Jug per il 152° Open Championship è cominciata e ha già espresso alcune indicazioni, anche se da affrontare con le dovute cautele. La vera sorpresa della giornata si chiama Daniel Brown, 29 anni, che ha al suo attivo solo una vittoria sul Tour europeo, conquistata lo scorso agosto nell’Isps Handa Invitational in Irlanda del Nord. L’inglese, approfittando anche delle condizioni climatiche migliori, ha chiuso a -6 compiendo il giro perfetto: 6 birdie e nessun bogey. Si trova a guardare tutti dall’alto in basso e domani dovrà dimostrare di non soffrire di vertigini. Di sicuro uno che sta facendo abbassare le quote dei bookmakers è invece Shane Lowry. L’irlandese è nato su questi campi e possiede i codici per aprire la cassaforte del Royal Troon. Sa giocare nel vento, come nelle sue prime buche, e nella calma piatta, quando le folate si sono calmate. Ha classe da vendere e ha in sacca tutti i colpi necessari per vincere. Non è un caso se ha trionfato Portrush, nel 2019. Lowry è secondo a -5 e a questo punto è sicuramente uno dei candidati più attendibili per la vittoria.
Ottima la prova di Justin Thomas, terzo a -3, e di Xander Schauffele e Justin Rose, inglobati nel gruppetto dei -2 e ampiamente in corsa per l’obiettivo più alto, per il quale si dovrà fare i conti anche con Scottie Scheffler. I link, almeno sulla carta, non rappresentano la specialità della casa per il numero uno del mondo, ma lui è già lì a -1, nonostante il bogey iniziale e qualche errore di assestamento sparso qua e là.
E’ ragionevole pensare che nessuno dei concorrenti più accreditati stia sottovalutando l’uomo che da dicembre a oggi è stato capace di vincere per ben 7 volte.
Giornata da dimenticare per Rory McIlroy. Per il campione nordirlandese, ancora alla ricerca di un major dopo l’ultimo (dei suoi quattro), vinto nel 2014 un pesantissimo +7 lo condanna a un’impresa straordinaria per rientrare in gioco ed essere della partita anche nel fine settimana. McIlroy, però, non è l’unico big ad aver sofferto: pesantissimo il +10 di Cameron Smith, vincitore a St.Andrews nel 2022 e ora emigrato nella Liv; pesante il +5 di Bryson DeChambeau (anche lui Liv)e Tommy Fleetwood; più recuperabile il +4 di Viktor Howland e Ludvig Aberg. Solo per citarne alcuni. Poi c’è Tiger Woods: commovente l’incoraggiamento ricevuto buca dopo buca e colpo dopo colpo, bello o brutto che fosse. Senza uguali la standing ovation sul green della 18. E pazienza se il +8 racconta di una forma ancora lontana da quella ottimale per essere di nuovo competitivo. Tiger è l’uomo che ha cambiato il golf, che lo ha reso planetario. La gente gli vuole bene e sa aspettare.
Viaggia in modo compatto la pattuglia italiana delle 3M. Francesco Molinari, Matteo Manassero e Guido Migliozzi hanno chiuso tutti a +2, un risultato che non li vede lontani dalla vetta e che, stando alle previsioni e se si confermeranno nel secondo giro, li tiene in posizione tranquilla per il taglio. Il rimpianto maggiore è per Molinari che era partito molto bene, chiudendo due colpi sotto il par le prime nove buche, a strettissimo contatto con il vertice della classifica. Lui sa bene come si gioca sui links, avendo vinto il The Open nel 2018 a Carnoustie (unico e storico major vinto da un italiano). I problemi sono arrivati nelle seconde nove, cominciate subito male con il doppio bogey alla 10 e concluse con 3 bogey finali intervallati da un altro birdie alla15. Buone anche le prime nove di Manassero, chiuse in par. In quelle di ritorno, purtroppo, tre bogey a fronte di un solo birdie. A parziale giustificazione, il fatto che Molinari e Manassero hanno giocato al mattino presto, nelle condizioni climatiche più difficili, con forte vento e pioggia. Per Migliozzi, invece, partenza in salita: subito bogey. Poi 12 par di fila, prima dei due bogey e un birdie nelle buche finali. A quota +2 anche Jon Rahm, Tyrrell Hatton e Bryan Harman, campione uscente. Domani, il primo azzurro a scendere in campo sarà Molinari alle 13:42 italiane. A seguire Manassero alle 14:15 e infine Migliozzi alle 16:43.
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