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«Gli scali come un cervello connesso che impara ed evolve»


Radar anti-droni per il controllo dei cieli, sensori acustici e idrofoni per il rilevamento subacqueo, e poi sonar e barriere anti-intrusione.

E sulla terraferma l’applicazione di tecnologie che semplificano i movimenti lungo l’intera catena del valore degli scali. «Immaginiamo il porto come il centro nevralgico dell’economia globale: lì si incontrano le rotte marittime, le linee ferroviarie, l’autotrasporto, l’energia e i cavi sottomarini che portano connettività digitale. Se il mare è la linfa vitale dei commerci, il porto ne è il cuore pulsante», sottolinea Pierroberto Folgiero, amministratore delegato e direttore generale di Fincantieri. Qui si innesta Fincantieri Ingenium, joint-venture partecipata al 70% da Fincantieri NexTech, controllata del Gruppo, e al 30% da Accenture. Obiettivo, accelerare la trasformazione digitale. «Con Fincantieri Ingenium vogliamo trasformare nel tempo questo cuore in un cervello connesso che impara ed evolve: una piattaforma digitale che oltre a interfacciarsi tecnologicamente con le navi, coordina in tempo reale i flussi a terra di merci e passeggeri, li ottimizza, rendendo il sistema sostenibile e protetto con cyber security avanzata. È la visione del porto come infrastruttura strategica logica, capace di ridurre i tempi morti, abbattere le emissioni oltre a moltiplicare l’efficienza dell’intera catena logistica integrata», aggiunge Folgiero. Da largo a terra.

LO SCENARIO

I porti sono un mondo. Basta riprendere alcuni dati Assoporti, l’associazione cui aderiscono le Autorità di sistema portuale: nel 2024 gli scali italiani hanno gestito oltre 480 milioni di tonnellate di merci e movimentato 11,7 milioni di Teu. I passeggeri transitati sono stati oltre 73 milioni, tutti compresi, contati anche i traghetti dello Stretto e il traffico per le isole minori. I soli croceristi sono stati oltre 13 milioni. Secondo il rapporto Unctad 2024, oltre l’80% del commercio mondiale in volume viaggia via mare. Un mondo in continua evoluzione, in un contesto geopolitico sempre più complesso. Digitalizzazione è ormai la parola chiave. Velocizzare per stare al passo con i tempi. Tra i traguardi più significativi anche per il Pnrr. A partire proprio dalla logistica e passando per la sicurezza, fisica e dei dati che alla logistica si legano.

Temi oggi al centro delle strategie aziendali a ogni livello. Fincantieri prevede allora una serie di sistemi che interessano tre dimensioni – aerea, marina e di terra – che potranno trovare applicazione in Italia e all’estero. Ripartiamo da terra. In tempi sempre più veloci e di concorrenza elevata, è fondamentale accorciare la sosta delle navi, ma anche velocizzare i flussi di merci e passeggeri. Dal tracciamento automatico delle merci o dei mezzi all’ottimizzazione dei processi, l’obiettivo è gestire al meglio tempi e risorse, anche perché la nave non può sostare in porto per un tempo infinito. Dall’alimentazione all’imbarco al carico e scarico delle merci. Digitalizzando le informazioni che la piattaforma porta in sé e automatizzando una serie di processi si può snellire il lavoro. Una filiera che si perfeziona attraverso Navi Sapiens, ecosistema digitale per le navi di nuova generazione e per l’upgrade della flotta esistente, perché le infrastrutture a terra e la nave in arrivo possano parlare. La dimensione aerea, ora. È stato sviluppato un radar per la protezione dai droni. «Tecnologia di altissima qualità, in grado di effettuare una sorveglianza in simultanea a 360 gradi e di creare una bolla protettiva per un raggio di 25 chilometri», spiega l’azienda. Un sistema che non solo riesce a identificare gli oggetti in volo, ma che grazie alla tecnica doppler riesce a discriminare se si tratti di un drone o di un animale e in questo caso lasciarlo a sé. Nel caso sia un drone, ne prevede il corridoio di approccio, lo identifica e, se abbinato ad altro, lo può anche neutralizzare. La dimensione marina, infine, in superficie e fino ai fondali. Ancora, “effetto bolla”. Si può immaginare una serie di piattaforme in grado di svolgere attività di early warning e di rilevamento di ciò che si avvicina all’area portuale o a infrastrutture critiche come cavi tlc, internet, teste pozzo oil & gas, cavidotti, che in prossimità del porto hanno derivazioni verso le centrali di trasformazione. L’area antistante il porto viene così sempre più letta come un unico aggregato. Le informazioni viaggiano attraverso droni, nodi e boe fino a essere analizzate a terra tramite intelligenza artificiale.

L’ANALISI

L’IA – ricostruisce Fincantieri – analizza dati che provengono da Iot, tracking dei mezzi, telecamere, aperture dei container. Una gestione digital by design che riduce i tempi, per la logistica e non solo, anche grazie all’utilizzo del digital twin, che consente di allenare dati e personale a stare su determinati scenari. Un layer più logico e meno hardware: la cyber security parte dalla nave. Quanto nel processo di ottimizzazione dei flussi sia il risparmio in termini di tempo ed economico e di impatto ESG nella filiera, si potrà verificare caso per caso. Dipenderà – si spiega – da quanta parte del processo questi sistemi coprono. Il piano per Odessa è un esempio concreto. «Alla recente conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina – sottolinea Pierroberto Folgiero – abbiamo presentato un progetto molto ambizioso per proteggere il porto di Odessa con una bolla di sicurezza marina di circa 25 chilometri che comincia dalla protezione delle infrastrutture fisiche e poi si muove anche sui fondali. Questo progetto riguarda un tema, quello della protezione dei porti, molto importante, per il quale è fondamentale attivare nuove tecnologie che consentano di mettere in sicurezza questi hub sempre più strategici».

© RIPRODUZIONE RISERVATA


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