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Provedel (Lazio): davanti alla Dea gli rispuntano le ali da angelo-biondo che fa impazzire il mondo delle notti Champions. Gela Lookman e su Zappacosta lo aiuta il palo
Zappacosta (Atalanta): guida le cariche nerazzurre alla porta laziale, ma quando trova la breccia si vede respinto dal legno
Bastoni (Inter): ha regnato all’Olimpico cancellando Soulé e permettendosi anche importani sortite offensive
Mancini (Roma): in formato Nazionale, ingaggia una corrida con il Toro Lautaro. E la vince
Gabbia (Milan): non c’è corner dove non svetti la sua testa. In…gabbia anche Kean. In forma scintillante
Spinazzola (Napoli): nella secondo tempo tortura il fianco destro del Toro, ma non trova un compagno disposto a finire il lavoro
Bernasconi (Atalanta): classe 2003 un passo alla volta si sta fecondo strada nelle idee di Juric. Attacca e difende, crea apprensione alla difesa laziale. Alla fine è quello che tocca più palloni di tutti: 91
Barella (Inter): scorge da lontano il buco dove infilare il candelotto di dinamite e lo consegna a Bonny che fa saltare in aria la Roma.
Poi ci mette corsa e fisico contro gente come Koné e Cristante cinture nere delle due specialità
Ricci (Milan): approfitta dell’assenza di Rabiot per uno stage accanto al Maestro Modric. Corre, tampona e non rinuncia a verticalizzare (alla fine 5 lanci riusciti come il croato)
Casadei (Torino): lì nel mezzo, con dirimpettai come De Bruyne e Anguissa, c’è poco da stare sereni. Ma va dato a Cesare ciò che è di Cesare: non butta un pallone e ne riconquista tanti sull’erba e in aria. Poca vetrina, tanta sostanza. In crescita costante
Orsolini (Bologna): a furia di bussare dopo ogni gol finirà per lussarsi la mano. Tifori e club sono pronti a pagargli le migliori sedute di fisioterapia
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