«Giovane e bellissima» sì, ma c’è di più. A meno di ventiquattr’ore dalla lode pubblica rivolta a Giorgia Meloni dal palco del summit della pace per Gaza, a Sharm-El-Sheikh, Donald Trump torna a rincarare la dose. Forse, anche un po’ per scaramanzia, visto che, come ha ammesso lui stesso, quando si fanno questo tipo di complimenti «è la fine della carriera» negli Stati Uniti. Esauriti gli apprezzamenti personali per la leader di Fratelli d’Italia, il tycoon si riscopre un testimonial editoriale in piena regola.
IL POST
«Giorgia Meloni, la grande primo ministro d’Italia, ha scritto un nuovo libro, “Io sono Giorgia: le mie radici, le mie idee”. Giorgia sta facendo un lavoro incredibile per il meraviglioso popolo italiano», scrive The Donald all’ora di pranzo (sette del mattino italiane) sul suo social Truth. Un post, con a corredo la copertina del libro della premier in versione inglese: «I am Giorgia: my roots, my principles»: solo tre mesi fa la notizia dell’arrivo negli States della sua autobiografia, pubblicata nel 2021, ma riaggiornata con tanto di prefazione scritta di tutto pugno da Donald Trump junior, a cui si somma, oggi, pure quella di Narendra Modi, il primo ministro indiano.
Al presidente Usa non resta che occuparsi della sinossi: «Il volume — spiega nel suo post — esplora il suo percorso di fede, famiglia e amore per la patria, che le ha dato la saggezza e il coraggio necessari per servire la sua nazione e rendere orgoglioso il suo popolo. È un’ispirazione per tutti». Poi, la promozione finale — «compratene una copia» — e il link di rimando all’acquisto del volume, ripreso da media italiani e americani, e che diventerà virale nel giro di poche ore. La replica dell’autrice non si fa attendere: «Molto gentile, amico mio», ribatte da Instagram Giorgia Meloni, spiegando lo scopo del suo scritto: «È importante che la gente sappia chi sei e da dove vieni, per verificare se sei sincero nel tuo percorso politico». Più che un semplice endorsement, una “corrispondenza d’amorosi sensi” politici. Che prosegue ininterrotta da quando Donald Trump ha messo piede alla Casa Bianca: basti pensare all’invito rivolto a Giorgia Meloni (l’unica leader europea a riceverlo) in occasione del giuramento da presidente; o alla visita privata a Mar-a-Lago, con il commento a margine di Trump: «She’s a fantastic woman», una «donna fantastica», che «ha conquistato l’Europa». Fino alle parole al miele spese a Sharm, e contraccambiate da Meloni, ribadendo che «la cessazione delle ostilità è un grande successo di Trump»: «Credo — ha aggiunto a margine del vertice — che abbia ragione nel definirlo il suo più grande successo diplomatico».
LA COPERTINA DEL TIME
Una vittoria sancita, ieri, pure dal Time, che ha deciso di dedicare al tycoon la copertina dell’ultimo numero — “His Triumph”, il titolo scelto — inciampando sulla scelta dell’inquadratura, che ritrae il presidente, in primo piano, dal basso verso l’alto. «Il Time ha scritto un articolo relativamente buono su di me, ma la foto potrebbe essere la peggiore di tutti i tempi», il commento al vetriolo di Trump, che si appunta sull’assenza della sua chioma bionda: «Mi hanno fatto scomparire i capelli». A riprova che The Donald sa essere un ottimo testimonial, ma pure un critico integerrimo.
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