I fondi del Pnrr? «Il dubbio sulla realizzazione delle opere non si pone. Siamo già a quota 10 miliardi spesi sui 25 totali». La privatizzazione? «Non c’è un progetto di quotazione che coinvolga Fs. Ci sono attività che riguardano asset troppo articolati». L’Alta velocità Milano-Roma- Napoli? «Va razionalizzata, anche decongestionando le stazioni principali». Il comparto estero? «Ci saranno novità». Stefano Donnarumma ha le idee chiare sul futuro del gruppo che guida. Una strategia precisa che prevede un piano industriale con al centro l’Italia. Tiene però le carte coperte, facendo solo immaginare la rotta prima di metterla nero su bianco. Da Berlino, per il consueto appuntamento di Inno-Trans, convegno mondiale per il settore ferroviario, sgombra subito il campo sul tema caldo delle privatizzazioni. «Stiamo studiando — dice — la maniera di poter aprire il capitale ai privati, ma questo riguarda un perimetro che è ancora da identificare, ci sono delle ipotesi fatte anche prima che arrivassi. L’idea di fondo è su un aspetto del mercato o su un aspetto dell’infrastruttura, bisogna capire se c’è una quota che possa essere condivisa con l’immissione anche di fondi privati». Niente quotazione della holding Fs o dell’Alta velocità. Il dossier è comunque sul tavolo, in attesa di un supplemento di indagine. D’intesa ovviamente con il Tesoro, il ministero dei Trasporti e Palazzo Chigi.
Di certo ci vorrà tempo. «Non ho — spiega il top manager — un progetto per la privatizzazione di una parte del gruppo Fs, se dovessi essere io a farlo — e ci vorrebbero due anni – lo farei solamente a determinate condizioni, che blindassero la società da qui ai prossimi 10-20 anni». E soprattutto «questo sarebbe sempre e comunque un progetto per una minoranza, mai per una maggioranza perché è chiaro che le infrastrutture devono essere a controllo pubblico, perché hanno una missione, che è garantire il trasporto dei cittadini e la sicurezza delle infrastrutture, che è una missione strategica dello Stato».
E la “missione pubblica” di Fs prevede l’utilizzo di tutte le risorse messe a disposizione dal Pnnr. «Siamo a buon punto — sottolinea Donnarumma — il programma di Fs Italiane può essere completato nei tempi tecnici e quello che potrebbe essere non terminato entro la scadenza del 2026 è comunque finanziato con altri strumenti».
I NODI
Di certo, aggiunge, la rete ad Alta velocità Napoli-Roma-Milano è molto affollata. «Ci stiamo ragionando scientificamente. Potrebbe esserci una razionalizzazione, a volte basta poco. Dobbiamo cercare di gestire prima le aree più congestionate. Le stazioni di Milano, Roma e Napoli sono quelle su cui fare un ragionamento di razionalizzazione».
Il riferimento non è solo all’aumento del traffico passeggeri, cresciuto ancora in quest’ultimo scorcio di anno, ma anche all’impatto dei cantieri che hanno creato ritardi e disagi. Il piano di Donnarumma non solo porrà rimedio a queste inefficienze ma affronterà anche il nodo del mercato estero. Di certo la priorità, e l’ad lo sottolinea con forza, è far funzionare le ferrovie in Italia, «un obbligo a cui non ci si può sottrarre».
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