L’uomo di questa doppia di Nations League ha un nome: Davide Frattesi. Professione: calciatore. Ruolo: tuttocampista, incursore. Destino: attuale panchinaro all’Inter, poi si vedrà. Simone Inzaghi per adesso non la pensa come Luciano Spalletti, che contro Davide all’Europeo si scagliava spesso e volentieri, perché troppo indisciplinato, troppo istintivo, troppo esuberante.
Ora Frattesi ha capito e in questo nuovo sistema di gioco, che poi è molto simile (se non uguale) a quello dell’Inter, si trova a meraviglia. Parte da mezz’ala e arriva in area come un treno: un gol alla Francia, uno (di petto, come sostiene Spalletti alla tedesca) a Israele, sette in totale in maglia azzurra, sei con Lucio, e questo qualcosa vorrà pur dire, no? Davide è il bomber spallettiano e lì in mezzo, con Tonali e Ricci si trova a meraviglia. Lucio, un calciatore così, forse anche più di uno, ce l’ha già avuto: in principio fu Perrotta, uomo di rottura, diventato letale incursore e abilissimo sotto porta.
Frattesi, nella gestione Spalletti è il più prolifico dell’Italia: settimo gol in azzurro per il centrocampista dell’Inter
Grazie anche a Spalletti, Simone è arrivato sul tetto del mondo nel 2006; poi c’è stato Nainggolan, che Lucio nella Roma ha spostato dieci quindici metri in avanti: risultato, prestazioni super e tanti gol. A ottobre tornerà Barella e che cosa succederà nel clan azzurro? L’idea di Spalletti è quella di continuare a giocare con un trequartista (con la Francia sperimentato Pellegrini e con Israele è toccato a Raspadori) dietro la punta. Con l’arrivo di Nicolò, il problema non si pone: o Davide o lo stesso Barella dovranno/potranno posizionarsi alle spalle del Retegui, o Kean, di turno. In questa maniera, la Nazionale mostrerebbe equilibrio e fantasia negli ultimi venti metri, attaccando gli spazi da dietro, con Frattesi, Barella e lo stesso Tonali.
NUOVA VITA PER GLI ESTERNI
Questo sistema, che sembra al momento blindato, sulla carta penalizzerebbe tutti gli esterni di un tempo (che sono mancati all’Europeo), vedi Zaniolo, oppure Zaccagni, per non parlare di Chiesa, l’ala per eccellenza e forse uno dei più quotati tra i calciatori azzurri. Mentre Nicolò, ammesso che ritorni a breve convocabile, e Zaccagni, l’eore di Lipisa, che ha conosciuto la fascia nella Lazio, ma lui nasce centrocampista trequartista, possono in qualche modo riciclarsi nel 3-5-2, Chiesa appare al momento il più penalizzato, anche se Spalletti è pronto a studiare uno spazio per lui. «Può giocare sottopunta, o secondo attaccante, non centrale ma più aperto». Calciatori di quel livello possono e sano fare tutto, dieci metri più qua e dieci metri più là, ma stando a quanto visto nella Juve, a Fede piace partire da sinistra. E infatti lui nel 3-5-2 di Allegri non si era trovato a meraviglia. Nel Liverpool, che gioca un 4-3-3 simile a quello di Klopp, Federico farà l’ala. E’ ovvio che a uno come Chiesa non si rinuncia facilmente, ma il dibattito è aperto, a un mese dalle prossime convocazioni per le sfide con il Belgio (a Roma) e Israele (al Bluenergy Stadium di Udine, sempre che per motivi di ordine pubblico — anche alla luce di quanto accaduto a Budapest — è prevista una manifestazione pro Palestina il giorno della partita, non si pensi a un’altra sede).
IL TEMA CENTRAVANTI
Spalletti in queste due partite ha utilizzato prima Retegui (un assist) e poi Kean (un gol) — entrambi sono andati bene — aspettando Scamacca. Ma il recupero del calciatore dell’Atalanta è lungo e gli esperimenti non sono finiti di certo a Budapest. Nel mirino anche Camarda, Maldini e Fazzini. In una Nazionale che cerca il gol in tante maniere e che un bomber alla Kane ancora non ce l’ha, Lucio può sbizzarrirsi in soluzioni diverse: nella Roma, ad esempio, si è inventato Totti lì davanti, dando spazio in zona gol anche ai trequartisti che arrivano da dietro. In Nazionale uno che può essere testato in quella posizione, facendo le dovute proporzioni con l’ex capitano della Roma, è Zaniolo. Work in progress.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Leave feedback about this