21.05.2025
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Fatture false, 3 anni ai genitori di Renzi. Ma cade l’accusa di bancarotta


Assolti dal reato di bancarotta fraudolenta, ma condannati per false fatture. Il Tribunale di Firenze ha inflitto una pena di 3 anni, 2 mesi e 15 giorni di reclusione ai genitori di Matteo Renzi, imputati insieme ad altri 13 nel processo sul fallimento di tre cooperative legate alla società di famiglia Eventi 6. Con soddisfazione da parte della difesa, cade quindi l’accusa più grave, per la quale i coniugi Tiziano Renzi e Laura Bovoli erano finiti ai domiciliari nel 2019 con un arresto che per i loro legali adesso «si conferma del tutto inadeguato». Assolta con formula piena Matilde Renzi, sorella dell’ex premier, a sua volta imputata in concorso per l’utilizzo di false fatture per operazioni inesistenti. Alla lettura del dispositivo, la famiglia Renzi non era presente, ma come ha commentato il padre tramite una nota, si tratta per loro di una sentenza «ampiamente positiva sotto tanti aspetti». Condannate altre dieci persone con pene fino a un massimo di 4 anni.

Le indagini per bancarotta e false fatture avevano preso il via in seguito all’inchiesta sul fallimento delle cooperative Delivery Service Italia, Europe Service e Marmodiv che, secondo l’accusa, sarebbero state costituite per mettere manodopera a disposizione di Eventi 6 senza i costi degli oneri previdenziali ed erariali. Stando alla ricostruzione di investigatori e inquirenti, quindi, i coniugi Renzi, che sarebbero stati gli amministratori di fatto delle cooperative, le avrebbero usate per aumentare il volume di affari della società di famiglia, portandole poi al fallimento e abbandonandole. Con la sentenza di ieri, oltre alla sorella dell’ex premier, sono stati assolti anche Roberto Bagalli, l’autista del leader di Italia Viva per le primarie del 2012 ed ex membro del cda della Europe Service, Simone Verdolin del cda di Delivery Service Italia, Aldo Pericle, ex presidente del cda di Marmodiv e Massimiliano Di Palma, amministratore della Dmp Italia Srl, società che si occupa di servizi pubblicitari. Per i genitori di Renzi, il pm Luca Turco aveva chiesto cinque anni di reclusione, mentre per la sorella 10 mesi.

Un verdetto importante per la famiglia Renzi, tramite il quale sono state «azzerate tutte le infamanti accuse che in questi anni abbiamo ricevuto sulle bancarotte», ha commentato Tiziano Renzi, difeso dagli avvocati Federico Bagattini e Lorenzo Pellegrini. «Questa ennesima assoluzione si aggiunge alle assoluzioni o archiviazioni di questi dieci anni a Genova, Cuneo, Firenze e Roma». L’ultima, in via definitiva, la scorsa estate per il pagamento di fatture emesse dalla società dei Renzi nel 2015 all’imprenditore Luigi Dagostino.

LA REAZIONE

«La condanna per le quattro presunte false fatture – ha aggiunto il padre di Matteo Renzi — mi sorprende perché noi in quella specifica vicenda non avevamo alcun ruolo. Ma con immutata fiducia nella verità, andremo in appello, dove avremo modo di mostrare come siamo estranei anche da questa contestazione, peraltro marginale, per un valore inferiore a centomila euro». I coniugi si sono sempre detti innocenti. Rendendo dichiarazioni spontanee in aula, alla scorsa udienza, Renzi senior aveva ricordato che per questa indagine aveva «perso la libertà personale», con 18 giorni di arresti domiciliari, poi revocati dal Tribunale del Riesame, «e sono diventato agli occhi di tutta Italia un pericoloso criminale. Per uno come me – aveva detto –, che è assolutamente certo di non aver compiuto nessun reato, essere oggetto di un accanimento è molto difficile da accettare».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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