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famiglie in difficoltà, rischio truffe su 80mila domande


Circa 600mila famiglie cercano colf o badanti, ma non riescono a trovare nessuno o non si possono permettere di pagarli, nemmeno in nero. È il dato allarmante che emerge analizzando l’ultimo report di Assindatcolf e del Centro Studi e Ricerche Idos sui nuclei familiari e il lavoro domestico. In Italia il prossimo anno le famiglie avranno bisogno del supporto di circa 2 milioni e 288mila colf o badanti per soddisfare il loro fabbisogno di assistenza, due su tre provenienti dall’estero. Di questi, secondo gli ultimi dati dell’Inps (del 2023), 833mila sono già stati assunti come lavoratori regolari, mentre si stimano altri 800mila lavoratori in nero.

I circa 600mila che avanzano non ci sono. «Uno dei motivi — spiega a Il Messaggero Andrea Zini, presidente di Assindatcolf — è che molte famiglie non possono permettersi di pagare un assistente in casa, nonostante magari ci siano persone anziane che ne hanno estremo bisogno. Poi c’è il problema degli arrivi insufficienti dall’estero. Abbiamo chiesto al governo di raddoppiare gli ingressi con il decreto Flussi, passando da 9.500 a quasi 19mila l’anno, cioè il fabbisogno aggiuntivo di manodopera straniera extracomunitaria che abbiamo stimato». Anche se, aggiunge, «la cosa migliore sarebbe superare il meccanismo dell’unico click day ogni anno: servirebbero ingressi più flessibili in base alle esigenze delle famiglie».

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LE CRITICITÀ

Il report stima per il 2025 la necessità di 1 milione 524mila lavoratori stranieri e di 764mila italiani. Si tratta di circa 1 milione e 25mila badanti e di 1 milione 262mila colf. Dall’indagine emerge dunque la necessità di «aiuti» da parte dello Stato e anche di una razionalizzazione delle politiche sull’ingresso degli immigrati. Nel dettaglio si calcola che per le badanti, rispetto alla nazionalità, la regione con la quota più bassa di lavoratrici straniere (meno del 19% del totale delle badanti) è la Sardegna. Quanto alle colf, a guidare la classifica regionale del fabbisogno sono la Lombardia ed il Lazio, rispettivamente con 209mila e 208mila lavoratori.

Crisi demografica e invecchiamento della popolazione vanno di pari passo con il crescente bisogno di assistenza domestica. «Gli immigrati — afferma Luca Di Sciullo, presidente del Centro Studi e Ricerche Idos — potrebbero dare un apporto ancora più apprezzabile se si razionalizzassero le politiche sull’ingresso e la permanenza regolare degli stranieri in Italia».

Uno dei problemi maggiori, però, sono i mancati controlli. «A dicembre 2023 e a marzo di quest’anno — aggiunge Zini — l’89% delle domande di ingresso in Italia con il decreto Flussi, rispettivamente 78mila e 106mila, sono state di uomini, ma la maggior parte delle colf e badanti sono donne. In Campania, poi, per alcuni settori le richieste eccedono l’occupazione esistente». L’associazione ipotizza quindi che «circa 60mila domande nel 2023 e 81mila nel 2024 siano a rischio truffa: qualcuno potrebbe aver indotto molti uomini a far domanda in cambio di denaro, scontrandosi poi con solo 9.500 ingressi effettivi». Da qui la proposta di rivedere legge Bossi-Fini con un limite alle domande per ogni famiglia e controlli direttamente in gestione alle associazioni del settore, dall’invio delle domande fino alla contrattualizzazione. «Così avviene in agricoltura — conclude Zini — dove si riescono a finalizzare molti più rapporti di lavoro».

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