Non ci gira troppo attorno il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «A Bologna si consumò uno degli eventi più tragici della nostra storia repubblicana, una spietata strategia eversiva neofascista». È una delle frasi del messaggio inviato dal capo di Stato in occasione del 44esimo anniversario della strage alla stazione di Bologna, quando il 2 agosto del 1980 l’esplosione di una bomba nella sala d’attesa della stazione centrale uccise 85 persone, ferendone oltre 200. Migliaia di persone si sono raccolte ieri per partecipare alla commemorazione dell’attentato, accompagnando con applausi il corteo che, partito da Piazza del Nettuno e attraversata via Indipendenza (la via dello shopping, dove dal 2021 sono stati posti i “sampietrini della memoria”, uno per ogni vittima della strage) si è fermato davanti alla stazione, lì dove l’orologio è fermo sulle 10.25 da 44 anni.
A sfilare i parenti delle vittime, decine di sindaci in fascia tricolore, rappresentanti di forze dell’ordine e di soccorso e la gru dei vigili fuoco, mezzo simbolo dei soccorsi. Ma anche tanti cittadini di ogni età. E chi non è sceso in strada, ha espresso la propria solidarietà dalla finestra della propria abitazione.
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IL MESSAGGIO
Il presidente della Repubblica, da poco rientrato dalla visita ufficiale in Brasile e da quell’appuntamento invece più “leggero” alla cerimonia inaugurale delle Olimpiadi, non ha preso parte all’evento commemorativo, ma ha inviato un messaggio in cui, proprio come nel discorso dell’anno scorso, ha voluto ribadire la natura ideologica dell’attentato. Una strage il cui schema era «nutrito di complicità annidate in consorterie sovversive che hanno tentato di aggredire la libertà conquistata dagli italiani».
Poi «profondi sentimenti di solidarietà» per chi ha sofferto e chi continua a soffrire, i familiari degli 85 morti e dei duecento feriti nell’attentato, che dall’ ‘81 hanno fondato un associazione, con lo scopo di conservare la memoria dell’evento. «Una ferita insanabile, monito permanente da consegnare alle giovani generazioni — si legge nella nota di Mattarella — unitamente ai valori della risposta democratica della nostra Patria, che hanno consentito il riscatto e, nell’unità della nostra comunità, la salvaguardia del bene comune».
Tra i primi interventi della mattinata, c’è stato quello di Mattia Lepore, sindaco della città: «Vogliamo che la storia del 2 agosto non sia solo storia della nostra città, ma che diventi una grande questione nazionale e internazionale», ha dichiarato parlando nel cortile di Palazzo d’Accursio. Poi Lepore ha posto l’accento sul tema dei risarcimenti, chiedendo al Governo «di impegnarsi al più presto». «Da anni — ha continuato — assistiamo a balletti e giustificazioni in merito. Il risultato è che dopo 44 anni, le vittime ancora non sanno se saranno risarcite, mentre gli autori materiali della strage hanno scontato solo pochi mesi di carcere».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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