«Era un antipapa che si è impossessato della Chiesa»

«Era un antipapa che si è impossessato della Chiesa» avrebbe scritto sul suo canale Telegram un dirigente della Giustizia dell’Emilia-Romagna dopo la morte di Papa Francesco. Oggi è stato rimosso dal suo incarico dopo le parole shock usate per descrivere Bergoglio. Martedì scorso era stata avviata un’indagine sulle affermazioni del dirigente, che oggi ha portato alla sua rimozione.

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La vicenda

È stato rimosso dall’incarico di dirigente ‘ad interim’ del Centro per la Giustizia minorile dell’Emilia-Romagna, Antonio Pappalardo, dopo le sue frasi contro Papa Francesco.

Martedì scorso il capo del Dipartimento della Giustizia minorile e di comunità, Antonio Sangermano, aveva disposto «una indagine conoscitiva circa le affermazioni ascritte al dirigente», che ha portato oggi alla sua rimozione.

Le frasi shock su Telegram

Pappalardo avrebbe accusato Papa Francesco di essere «un antipapa che si è impossessato della Chiesa» e avrebbe utilizzato i social per condividere le sue opinioni, in particolare il suo canale Telegram «Logos e Libertas». Le sue parole hanno suscitato l’indignazione di alcuni parlamentari del Pd. I parlamentari quindi hanno chiesto al ministro Nordio di intervenire.  Martedì il capo del Dipartimento della Giustizia minorile e di comunità, Antonio Sangermano ha avviato subito un’indagine conoscitiva «per accertare se ricorrano profili di responsabilità disciplinare» del dirigente. 

 

Le accuse a Pappalardo

A segnalare le parole di Pappalardo era stata la senatrice del Pd Sandra Zampa. «Leggo con profondo sconcerto delle affermazioni contro Papa Francesco che sarebbero state diffuse oggi via social. Parole allucinanti e di gravità inaudita — disse — con cui Pappalardo accusa il Santo Padre di essere un antipapa che si è impossessato della Chiesa». «Parole offensive in cui si ironizza sulla foto di Papa Francesco al momento delle sue dimissioni dal Gemelli. Parole che offendono la memoria di Francesco e tutta la Chiesa ma anche i cittadini italiani». 

I consiglieri regionali e comunali di centrosinistra dell’Emilia Romagna avevano chiesto «le dimissioni dall’incarico o la revoca dello stesso incarico da parte del ministero della Giustizia: ci sembra chiaro che il destino di centinaia di ragazzi e ragazze negli Istituti penali minorili e nelle comunità dove sono accolti i minori stranieri non accompagnati non può essere nelle sue mani», dissero.