18.05.2025
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Economy

Eni, utile a 3,5 miliardi. Descalzi: «Oltre le attese»


Sulla scia del core business dell’esplorazione e produzione che ha contribuito con un 26% dell’utile operativo pro forma adjusted, oltre i 3,5 miliardi, Eni gira la giro di boa del semestre con risultati superiori alle stime degli analisti al punto che il cane a sei zampe guidato da Claudio Descalzi ha rivisto al rialzo alcuni target 2024, a cominciare dall’ebit proforma adjusted, a 15 miliardi, e vuole imprimere un’accelerazione del piano di buyback rispetto alla scadenza di aprile 2025.

LA STRATEGIA
«Risultati superiori alle attese» che dimostrano «i significativi progressi fatti da Eni in molteplici aspetti della sua strategia e del piano industriale illustrati agli investitori lo scorso marzo — ha detto Descalzi -. Rispetto ai chiari obiettivi di sviluppo delle nostre linee di business che presentano vantaggi competitivi: la produzione di idrocarburi, la bioraffinazione e la capacità di generazione rinnovabile, abbiamo conseguito in ciascuno una rilevante crescita». Il manager sottolinea gli «eccellenti risultati finanziari con 1,5 miliardi di profitti netti adjusted.

LA CRESCITA
In parallelo alla crescita industriale, stiamo compiendo progressi superiori alle aspettative nelle attività di gestione del portafoglio in termini sia di tempi di esecuzione sia di valore generato». Stiamo migliorando, aggiunge, «la qualità del portafoglio upstream, con il recente annuncio della dismissione di attività petrolifere non strategiche in Alaska e il completamento in corso della vendita delle attività onshore in Nigeria, mentre abbiamo definito un accordo per l’aggregazione aziendale tra Ithaca Energy e in nostri asset in Uk».

Il trimestre ha registrato un utile operativo pro forma adjusted di 4,1 miliardi, in rallentamento del 3% rispetto all’anno prima a causa della normalizzazione del risultato di Ggp (la divisione Gas) e della riduzione dei margini di Versalis (chimica), condizionate dalle complesse condizioni di mercato.

Nel primo semestre, l’utile netto adjusted è stato pari a 8,2 miliardi, in calo del 19% rispetto al primo semestre 2023. L’utile ante imposte adjusted, rettificato dagli effetti dalle operazioni straordinarie, si attesta a 3,4 miliardi, in riduzione del 7% rispetto al secondo trimestre del 2023. L’utile netto adjusted di competenza degli azionisti è di 1,5 miliardi, in calo del 21% rispetto al secondo trimestre e sconta l’incremento del tax rate di gruppo che è stato pari al 55% (rispetto al 47% del trimestre di confronto) per via del maggior carico fiscale sul risultato ante imposte consolidato dei paesi esteri.

LA CASSA
Il flusso di cassa ajusted prima delle variazioni del capitale circolante è stato di 3,9 miliardi, grazie alla robusta gestione industriale sostenuta dall’efficacia operativa, dalla crescita, dai nostri asset di valore e dalla disciplina finanziaria. Nel primo semestre 2024 il gruppo ha generato un flusso di cassa da attività operativa adjusted di 7,8 miliardi, coprendo i fabbisogni per investimenti di 4,1 miliardi. Il flusso di cassa organico di 3,7 miliardi ha consentito di coprire la remunerazione degli azionisti di 2 miliardi e unitamente ai proventi da cessioni relativi principalmente a Plenitude e Saipem per circa 1 miliardo hanno ridotto l’indebitamento a 12,1 miliardi.

Le Ipo sono l’obiettivo per Enilive e Plenitude» ma «credo sia prematuro adesso indicare le quote precise, ci sono diverse opzioni», ha detto Francesco Gattei, chief financial office.

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