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ecco quando. Le novità della Manovra


Un decreto legge per accompagnare la manovra e per anticipare già quest’anno una parte della spesa sgravando in questo modo i conti del 2025. Una replica di quanto fatto lo scorso anno. Si tratta di una soluzione al vaglio dei tecnici del governo per utilizzare le risorse che potrebbero liberarsi quest’anno grazie al buon andamento delle entrate tributarie e a un’eventuale trascinamento della revisione delle stime del Pil degli anni passati che l’Istat rilascerà il 23 settembre. Ma quali sono le misure che potrebbero essere anticipate? Innanzitutto il conguaglio per l’adeguamento delle pensioni all’inflazione. La rivalutazione delle pensioni all’inflazione registrata nel 2023 è stata stabilita provvisoriamente stabilita al 5,4 per cento. A novembre l’Inps dovrebbe comunicare il dato definitivo del recupero del caro vita che dovrebbe essere leggermente più alto. In genere il conguaglio viene pagato a gennaio ma, come già fatto lo scorso anno, potrebbe essere versato nella mensilità di dicembre.Ovviamente si terrebbe contro delle fasce stabilite dall’ultima legge di Bilancio e, dunque, l’aumento integrale spetterebbe solo alle pensioni di importo non superiore a quattro volte quello degli assegni al minimo.

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I CAPITOLI

L’altro capitolo, più delicato, riguarda i dipendenti pubblici. Lo scorso anno il governo ha anticipato una parte dei fondi previsti per gli aumenti contrattuali, pagando a dicembre una maxi indennità di vacanza contrattuale. Una sorta di tredicesima tra gli 800 e i mille euro in media per dipendente. Anche per il prossimo anno il governo potrebbe decidere di anticipare in parte o tutto l’aumento contrattuale, già stabilito nel 5,78 per cento dello stipendio. A differenza dello scorso anno, tuttavia, c’è un problema non secondario da affrontare, ossia il fatto che i tavoli per il rinnovo dei contratti pubblici sono ormai partiti. L’anticipo degli aumenti potrebbe portare ad una sollevazione del mondo sindacale che avrebbe gioco facile ad accusare il governo di svuotare i tavoli delle trattative dal principale punto di negoziazione: i soldi. Un’altra misura che potrebbe essere replicata riguarda le Partite Iva.

IL PASSAGGIO

Lo scorso anno, su spinta del responsabile Fisco della Lega, Alberto Gusmeroli, era stato introdotto uno slittamento da novembre a gennaio del secondo acconto per i versamento delle tasse. Inoltre era stata data la possibilità agli autonomi e ai professionisti, di poter pagare l’acconto stesso in cinque rate. La misura potrebbe essere riproposta con alcune modifiche: un innalzamento del tetto (oggi previsto in 170 mila euro) per accedere alla rateizzazione, e un’estensione della misura non solo alle tasse ma anche ai contributi. Intanto ieri una delegazione di Forza Italia composta dai Capigruppo di Camera e Senato, Paolo Barelli e Maurizio Gasparri, dal responsabile dei Dipartimenti, Alessandro Cattaneo e dal responsabile economia del movimento azzurro, Maurizio Casasco, ha incontrato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. La delegazione di Forza Italia ha chiesto la conferma del taglio del cuneo fiscale, dell’Irpef e la detassazione dei benefit aziendali nonché di proseguire il percorso di incremento delle pensioni minime. In serata Giorgetti ha illustrato i vincoli della prossima manovra in un incontro con i parlamentari della Lega. «Ci sono nuove regole», ha detto, «che rendono per noi complicato fare il Bilancio». Nel quadro di prudenza già illustrato durante il pranzo a Palazzo Chigi con Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Matteo Salvini, Giorgetti avrebbe mostrato aperture per un ulteriore taglio dell’Irpef concentrato questa volta sui redditi tra 35 mila e 60 mila euro con un abbassamento dell’aliquota fiscale intermedia dal 35 al 33 per cento. Un intervento il cui costo sarebbe stimato in circa 4 miliardi di euro. Così come aperture ci sarebbero state a una rivalutazione più alta all’inflazione delle pensioni minime, in modo da portare l’importo fino a 640-650 euro. «Siamo l’anima liberale della coalizione», ha detto Cattaneo, «per questo sosteniamo l’iter programmato sulle privatizzazioni e pensiamo si possa e si debba ancora fare efficienza sulla spesa pubblica improduttiva dei costi dello stato. Abbiamo poi», ha aggiunto, «una ossessione: stimolare la crescita attraverso il taglio delle tasse per imprese e finalmente per il ceto medio». Intanto i sindacati chiedono al governo di essere convocati. Da Cagliari, dove è in corso il summit dei sindacati dei Paesi del G7, i leader di Cgil, Cisl e Uil Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pier Paolo Bombardieri all’unisono chiedono di essere coinvolti nella manovra.

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