Cercava la ciliegina sulla torta di Pontida, l’adunata leghista sul sacro pratone domenica prossima. L’ha trovata. Matteo Salvini è raggiante per la vittoria di Fpö in Austria, la corazzata ultradestra di Herbert Kickcl che fa sussultare l’Europa. «Saranno con noi a Pontida e nessuno si offenda» avvisa uscendo da un convegno Anci a Milano.
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Antonio Tajani in mattinata ha già tirato una bordata al partito estremista che ha sbancato alle urne d’Oltralpe. «Ogni rigurgito neonazista venga respinto» avvisa severo il segretario di Forza Italia. Lui, Salvini, il trionfo di Kickcl l’ha digerito benissimo e invita a fare altrettanto il leader azzurro: «Stamattina qualcuno parlava di nazismo: c’è qualcuno che dorme male o che mangia pesante, perché non penso ci sia l’allarme neonazista in Francia, o in Germania, in Austria e in Olanda». L’allarme invece c’è eccome, attacca Simona Malpezzi dal Pd: «Un partito razzista e nazista che su immigrazione ed economia danneggerebbe anche l’Italia. Ma Salvini è troppo preso a costruire l’internazionale anti europeista, illiberale e filo-russa per accorgersene».
LA MOBILITAZIONE
Il clima è questo. È arrembante più che mai, il “Capitano”. Lo attendono giorni di festa e di passione. La festa: il raduno a Pontida domenica, prova di forza annuale per chi comanda la Lega e per i tanti segretari locali impegnati a caricare orde di militanti su pullman, treni e in auto se serve, pur di riuscire nel colpo d’occhio.
La passione: il processo Open Arms che incombe insieme al rischio di una condanna a sei anni per sequestro di persona, l’udienza decisiva il 18 ottobre a Palermo, la battaglia anti-toghe con cui il partito dovrà accompagnare Salvini in tribunale. Per ora la testa è a Pontida. Tutto pronto per la spianata di t-shirt e berretti verdi. Ma ci sarà il nero a tingere la kermesse quest’anno.
È una Pontida a destra come raramente si era vista e a dimostrarlo c’è il parterre di ospiti internazionali.
Marine Le Pen (ma solo in video-collegamento) e l’olandese Geert Wilders, il portoghese Andrè Ventura e una delegazione della sua Chega!. Roberto Vannacci, il Parà che pure sarà atteso sul palco, in confronto è un sincero progressista. Zitti zitti i leghisti sono convinti di portare sulla spianata lombarda Santiago Abascal, leader di Vox. Non proprio una carezza alla premier e presidente di Fratelli d’Italia che della destra spagnola è sempre stata sincera alleata, finché “Santi” non ha deciso di abbandonare la nave dei Conservatori europei ed entrare nel gruppo dei sovranisti dove militano leghisti e lepeniani. Viktor Orban è il piatto forte, tappeti rossi per il premier ungherese un tempo amico stretto di “Giorgia”, oggi timoniere del gruppo dei “Patrioti” al Parlamento Ue. Gli austriaci dell’Fpö indigestissimi a Tajani, che ancora ieri auspicava «in Austria una forma di governo a guida popolare che escluda il Partito della libertà», calcheranno il pratone nel bergamasco come ospiti d’onore.
Il sogno proibito si chiama Elon Musk. Si studiano e si piacciono lui e Salvini, frecciatine a giorni alterni su X e chissà che il colpaccio non riesca: l’eccentrico patron di Tesla e Space X sul palco, tra leoni di San Marco al vento e grida in stretto lumbàrd. Impossibile? Si vedrà. L’altro sogno ha il volto e il ciuffo arancione di Donald Trump. Da settimane Salvini lavora sotto traccia per incassare almeno un messaggio video, male che vada anche scritto, del candidato repubblicano. Gli abboccamenti non sono mancati. A giugno la telefonata da Roma per gentile concessione di Vivek Ramaswamy, ex sfidante, ora amicissimo di Trump e in predicato di entrare nel suo gabinetto, se vincesse a novembre.
TUTTI IN TRIBUNALE
Dunque la battaglia giudiziaria, il processo Open Arms che il “Capitano” leghista affronta seguendo le orme del Tycoon. Ovvero scontro frontale, o quasi, con le toghe “politicizzate”. Due week-end di gazebo e raccolta firme per il segretario nel mirino. Sullo sfondo il caso dossieraggi e le ottomila pagine dell’inchiesta di Perugia da cui il leader teme (o spera?) esca fuori qualcosa di utile alla causa. Sarà una portata centrale del raduno a Pontida.
Ed è grande mobilitazione tra gli onorevoli del Carroccio. A cui è stato chiesto di dare un contributo extra alle casse del partito, con le elezioni regionali che incombono. Da settimane sono tornati nei rispettivi collegi a chiedere una mano ai piccoli e grandi finanziatori con il «vademecum erogazioni liberali» fornito dal partito, con regole e divieti ferrei: niente fondi da «società, associazioni, fondazioni avente sede all’estero non assoggettate a obblighi fiscali in Italia». Giovedì 17 sera cena di gruppo sicula con Salvini alla vigilia del processo a Palermo. E c’è già chi ci scherza su dissacrante: giovedì la cena, venerdì la passione, vediamo se domenica ci sarà la resurrezione…».
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