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ecco la formula per calcolare i tempi


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Quanto tempo impiega uno tsunami a raggiungere la terraferma? Dopo il forte terremoto di magnitudo 8.8 scala Richter verificatosi oggi in Kamchatka, penisola russa che affaccia sul Pacifico, è stata diffusa l’allerta tsunami. Si prevede che le scosse potrebbero proseguire per un mese e che le onde potrebbero raggiungere i 4 metri, con conseguenze disastrose.

Quando si parla di allerta tsunami però, onde evitare inutili allarmismi, è importante specificare che le onde possono impiegare anche diverse ore per raggiungere le coste dei Paesi più lontani dall’epicento.

Insomma, lo tsunami non è istantaneo e c’è una formula per calcolare quanto tempo potrebbe impiegare.

Come si origina uno tsunami

Uno tsunami si origina quasi sempre in seguito a terremoti, soprattutto di forte magnitudo. Quando una faglia si attiva in corrispondenza di un fondale marino, si può originare una sorta di gradino, più o meno alto in base a quanto è forte la scossa. Nel caso di oggi, con un terremoto di 8.8 magnitudo, è molto probabile che questo gradino subacqueo sia di alcuni metri. La formazione causa un rapido spostamento di tutta la colonna d’acqua si trova trova ed è così, con questa formazione repentina, che iniziano le onde forti e ripetute dello tsunami. A spaventare è soprattutto il fatto che queste onde possono propagarsi in ogni direzione, fino a raggiungere coste che si trovano a centinaia di km di distanza.
 

L’onda di uno tsunami può raggiungere anche 800 km/h

E’ la velocità l’incognita che può variare di più, in quanto dipende da fattori di varia natura, primo fra tutti l’altezza della colonna d’acqua, che raggiunge la massima altezza in corrispondenza del punto in cui si è originato il gradino, in mezzo all’oceano. L’onda di uno tsunami può raggiungere anche 800 km/h. Sono poche le cose o i fenomeni naturali che possono superarà questa velocità: fulmini, aerei di linea o jet da guerra e poco altro. Questa velocità, però, tende a scemare man mano che ci si avvicina alla costa e i fondali diventano più bassi; in questa zona, normalmente, la velocità è compresa tra i 20 e i 50 km/h, che per quanto bassi, nel caso di muri d’acqua così alti, sono valori dalla potenza distruttiva. 

La formula per calcolare la velocità dello tsunami

La NOAA, l’Amministrazione nazionale per l’oceano e l’atmosfera, ha individuato una formula che permette di calcolare il valore in questione. È la radice quadrata del numero ottenuto facendo la moltiplicazione tra la profondità dell’acqua e l’accelerazione di gravità. NOAA fornisce anche un esempio pratico: una colonna d’acqua da 4,5 km con uno tsunami a velocità di circa 756 km/h. Per andare dal Portogallo agli Stati Uniti lo tsunami ci dovrebbe impiegare sette ore e mezza. Solitamente maggiore è la distanza dall’epicentro, più saranno basse le onde. Se le colonne d’acqua originatesi dal terremoto del Kamchatka avessero una profondità media di 4,5 km, per raggiungere le coste della California lo tsunami dovrebbe impiegarci 10 ore e mezza, poco più di 8 per le Hawaii. Importante precisare che si tratta di un’approssimazione, che si scontra con le variabili della realtà: l’Oceano non è profondo allo stesso modo lungo tutto il percorso e questo, inevitabilmente, incide, sul risultato.


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