Notizie Nel Mondo - Notizie, affari, cultura Blog Technology «Ecco il profilo del killer, cercare tra avventori del bar e corsi Scientology»
Technology

«Ecco il profilo del killer, cercare tra avventori del bar e corsi Scientology»


Roberta Bruzzone ha espresso la propria opinione sul caso Verzeni ieri a Zona Bianca, delineando il possibile profilo psicologico del killer: una persona con problematiche importanti, disorganizzata, con una visione distorta della realtà e delle relazioni. Forse aveva incontrato Sharon e si era sentito rifiutato. Così si delinea l’ipotesi di un delitto passionale.

Sharon Verzeni, il paese come il set di un reality: e spunta anche il metal-detective Paolo «Gibba» Campanardi

Ipotesi delitto passionale

I delitti passionali si possono verificar non solo nella sfera intima, ma anche tra conoscenti o persino estranei, come risultato di una proiezione o di una fantasia. A volte è sufficiente uno sguardo che solleciti, in individui con problematiche di percezione della realtà, una speranza, che poi, una volta disattesa, scatena la rabbia. Lo spiega la criminologa Roberta Bruzzone, che parlando dell’assassino nel caso Verzeni rivela che «potrebbe essere qualcuno che non la conosceva in maniera approfondita, quindi non all’interno della sfera di relazioni di amicizia e famigliari, ma un soggetto che comunque aveva avuto un’interazione con Sharon, anche banalmente visiva, astrattamente potrebbe trattarsi di un cliente del bar».

L’assassino quindi potrebbe essere «una persona che può averla puntata e magari si è sentita respinta da Sharon, così ha programmato l’aggressione sfruttando la sua abitudine a fare passeggiate notturne». Un’ipotesi che, di conseguenza, indirizza le ricerche del killer verso alcuni specifici ambienti.

Chi è l’assassino e dove cercarlo

Roberta Bruzzone prosegue poi tracciando un identikit psicologico dell’assassino che, alla luce di quanto detto, potrebbe frequentare gli stessi ambienti di Sharon.

«Più che nella sfera delle delle relazioni più vicine e intime andrei a cercare nella sfera delle persone che potevano aver avuto contatti con lei in occasioni sociali — continua Bruzzone -. Come al bar o nelle attività di autopromozione che gravitando attorno a Scientology».

E il killer che caratteristiche ha? 

«Il fatto che sia uscito di casa con un’arma di quelle dimensioni mi porta a pensare che l’assassino sia una persona con problematiche personologiche e che lo portano a interpretare la realtà e le relazioni con gli altri in maniera distorta — continua Bruzzone».

Importanti squilibri, quindi, evidenti sin dal modus operandi dell’omicida. «La modalità dell’aggressione è disorganizzata, Sharon viene lasciata sulla scena del delitto viva e ha addirittura il telefono con disponibilità, nessun killer organizzato lascerebbe la vittima ancora in vita e in grado di comunicare». Quindi parliamo di un individuo con «scarsissima capacità di pianificazione e un discontrollo della rabbia».

In conclusione, l’uomo che stanno cercando «non è un serial killer, nè una persona che la conosceva bene, ma è qualcuno che probabilmente aveva individuato in Sharon una possibile sfera relazionale» e che, sentendosi non corrisposto, avrebbe maldestramente architettato l’aggressione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Exit mobile version