03.07.2025
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Sports

ecco curiosità, riti e aneddoti che lo hanno reso unico


Wimbledon è il tennis. Non è stato inventato dagli inglesi ma lo hanno tradotto in un gioco, sui prati, e tale l’hanno mantenuto, unici, cavalcando il progresso, identificando tutt’ora un intero sport nel torneo più antico e prestigioso. Al via oggi, targato edizione 138, nella periferia sud ovest di Londra, a Church Road, vicino alla culla di Worple Road dove nacque nel 1877.

VERDE, BIANCO E VIOLA

Chiunque imbraccia una racchetta sogna di vincere proprio il terzo Slam in ordine cronologico della stagione. Chiunque l’ha vinto si sente speciale. Chiunque sa che nel Tempio, all’All England Club — strada facendo ha perso l’etichetta di Croquet -, i giocatori, a differenza di tutti gli altri tornei anche in Gran Bretagna, devono vestire “prevalentemente di bianco”, a richiamare i gesti dei padri di questo sport; anche l’allora ribelle Andre Agassi si piegò alle celebri “rules” locali, come sua maestà Roger Federer che sostituì, durante il match, le scarpe dalle suole arancioni. Chiunque varca i Doherty Gates ha assaggiato le tradizionali fragole con la panna e nota che gli sponsor visibili sono solo due (uno a segnare il tempo e l’altro a marcare la palla ufficiale, che dal 1986 è gialla per esigenze tv). Due sono anche i colori dominanti: il verde scuro dei campi e il viola, storicamente legato alla regalità (lo sport dei re). Uno è l’uccello locale: il falco Rufus che vigila per contratto sull’invasione dei piccioni. E unica è stata la cancellazione del 2020 per il Covid: il circolo era coperto da un’assicurazione di 100 milioni di euro.

CONTROSENSI

Il piccolo mondo antico che si ripropone di anno in anno a Church Road in realtà si modernizza continuamente per meritarsi i 530mila spettatori paganti (che acquistano anche cibo e merchandising) e valorizzare l’investimento di 60 milioni di sterline l’anno della BBC che porta il fatturato dei Championships a 430 milioni di pound (almeno 500 milioni di euro). A fronte del montepremi-record di 62,7 milioni di euro: più 7% rispetto al totale 2024, più 11,1% per i vincitori dei singolare, maschile e femminile (3 milioni e 520mila euro a testa). Addio quest’anno ai giudici di linea, umani, per adottare quelli elettronici su tutti i campi; le finali del singolare di sabato e domenica slitteranno dalle 14 alle 16 con prima quelle di doppio. Quisquilie, rispetto alla regola, anche quella unica, dovuta in pegno ai residenti dell’area Wimbledon che per due settimane subiscono un’autentica invasione: alle 23 c’è il coprifuoco, stop alle partite ancora in corso che riprendono il giorno dopo. Del resto, pur di non abbandonare i suoi campi verdi, dal 2001, l’All England Club ha messo in riga l’ingovernabile e soffice erba dagli imprevedibili rimbalzi che costringeva i tennisti a tentare più giocate al volo, spesso in precario equilibrio, esaltando la tecnica più della forza. Ci ha pensato il primo giardiniere, Eddie Seaword, che ha varato l’”erba battuta”: il Perennial Ryegrass locale, tagliato alla quota tradizionale, 8 millimetri, garantisce più presa, più compattezza, rimbalzi più alti e regolari, quasi da cemento.

LA CODA RESISTE

Ci sono sempre le famose “showers”, i violenti scrosci di pioggia ma il problema per i ragazzetti che srotolano le coperture dei campi rimane solo per quelli laterali: Centre Court (14.979 spettatori) e Campo 1 (12.345), sono difesi dal tetto che si chiude in 10 minuti; anche se poi l’effetto serra, con l’erba, crea condizioni discutibili. Il dio denaro ha avuto il sopravvento anche sul “Middle Sunday”, la prima domenica del torneo di riposo, per far riposare l’erba e i giocatori. Mentre il “Maniac Monday” con tutti gli ottavi in un giorno solo è rimasto. Come la famosa “Queue”, l’allegra e folkloristica coda di giovani e meno giovani che si accampano nella notte a Wimbledon Park per accaparrarsi i pochi biglietti in vendita giornalmente. Magari assistono a tie-break che si giocano a 10 punti sul 6-6 al quinto set. Ovviamente solo a Wimbledon.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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