10.05.2025
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Science

«È più intensa del previsto». Cause e conseguenze


La tempesta geomagnetica prevista per la giornata del 16 aprile è già arrivata: la prima Cme, espulsione di massa coronale, ha colpito il campo magnetico della Terra in anticipo verso le 19:30 del 15 aprile, secondo quanto riporta il sito Spaceweather.com, innescando nella notte una tempesta di lieve intensità tra G1 e G2. Una seconda espulsione di massa coronale potrebbe generare una tempesta più forte del previsto, di classe G3, come mostrano le stime del Centro di previsione meteorologica spaziale dell’agenzia statunitense Noaa. Secondo le previsioni una tempesta di classe G1 durerà poi fino al 17 aprile.

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«In realtà, secondo il Centro tedesco Helmholtz per le geoscienze (Gfz), la classe G3 è stata già raggiunta», dice Mauro Messerotti, docente di Meteorologia spaziale all’Università di Trieste. «Secondo i loro valori ci sono stati due picchi notevoli di intensità tra le ore 19:00 e le 19:30 e tra le 22:00 e le 23:00 di ieri.

In questo momento è un po’ in fase calante — aggiunge Messerotti — ma potrebbe intensificarsi di nuovo, bisogna vedere come evolverà la situazione e se colpirà un’altra Cme».

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Il Gfz misura l’intensità delle tempeste geomagnetiche attraverso un sistema di classificazione differente rispetto a quello della Noaa: si basa sul cosiddetto ‘indice K’, che può assumere valori compresi tra 0 e 9. «Nel caso della tempesta ora in corso — commenta l’esperto — i due picchi maggiori rilevati hanno superato il valore 6 nel primo caso e addirittura 7 nel secondo». Le tempeste geomagnetiche di questa intensità possono provocare lievi problemi alle linee di distribuzione dell’energia elettrica e modificare la traiettoria dei satelliti in orbita terrestre bassa. Potrebbero anche verificarsi interferenze con i sistemi Gps di navigazione satellitare e blackout di onde radio, oltre alle aurore boreali visibili anche a basse latitudini.

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