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In passato un testimone, che poi ritrattò le sue dichiarazioni rese ai carabinieri, aveva parlato poco dopo il delitto di Chiara Poggi, uccisa nell’agosto del 2007, di una ragazza con i capelli biondi che si sarebbe allontanata in bici da via Pascoli e «che aveva nella mano destra un piedistallo tipo da camino-canna da fucile con in testa una pigna». Un attizzatoio di quelli che si usano per il camino. Sarebbe quella l’arma del delitto che da questa mattina i carabinieri stanno cercando in un canale a Tromello, a qualche chilometro da Garlasco.
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La casa dei Cappa vicino al canale
Proprio lì vicino c’è una vecchia casa di corte, disabitata, di proprietà della famiglia Cappa, i cugini di Chiara Poggi. L’arma che avrebbe ucciso Chiara, sarebbe stata gettata qui, secondo quanto riferito, nella tarda mattinata di quel 13 agosto 2007. E a disfarsene, secondo il super-testimone, sarebbe stata Stefania Cappa. Per questo, oltre alle abitazioni di Andrea Sempio, dei suoi genitori e degli amici Roberto Freddi e Mattia Capra, i vigili del fuoco stanno cercando in quel canale ormai prosciugato.
Chi è Stefania Cappa
Nel 2007 il caso Garlasco fu per qualche settimana anche il caso delle gemelle Cappa. Stefania e Paola Cappa, le cugine di Chiara Poggi, finirono al centro dell’attenzione per una fotografia ritoccata con la vittima, uno scatto mai avvenuto nella realtà.
Allora si disse che le due sorelle (ribattezzate le gemelle K) cercavano fama usando l’immagine della povera ragazza. Persino Fabrizio Corona si era recato a Garlasco per un’esclusiva con loro che, però, continuavano a difendersi: «Solo infamie, fango. Ci hanno frainteso». Oggi, a 18 anni di distanza, il nome di Stefania Cappa torna alla ribalta, alla luce di nuove testimonianze che sembrano mettere in discussione le versioni fornite in passato.
Il supertestimone che ritrattò
All’epoca le indagini su di loro vennero archiviate velocemente. Qualche tempo dopo l’omicidio infatti un supertestimone Marco Muschitta, tecnico dell’Asm (Impianti e Servizi Ambientali Spa), aveva raccontato che la mattina dell’omicidio di Chiara Poggi, tra le 9.30 e le 10, mentre stava effettuando un controllo alle centrali dell’acqua a Garlasco, in via Pavia, vicino alla casa di via Pascoli, aveva notato una bicicletta: «A bordo c’era una ragazza con i capelli biondi a caschetto, indossava occhiali da sole scuri a mascherina, come quelli di moda. La ragazza aveva delle scarpe bianche con una stella blu». Disse di non aver riconosciuto la ragazza, che nella mano destra teneva un oggetto simile a un piedistallo da camino, ma di averla poi vista in tv: era Stefania Cappa. Una versione che poi venne smentita dallo stesso Muschitta, che ammise di aver inventato tutto e fu bollato dai giudici come mitomane.
Il nuovo testimone: avrebbe visto Stefania
Dopo 18 anni dal delitto un nuovo testimone fa tornare alla ribalta il nome delle due sorelle. L’uomo avrebbe infatti affermato di aver visto Stefania Cappa nei pressi dell’abitazione di Chiara la mattina del delitto, il 13 agosto 2007. Un dettaglio che contraddice quanto dichiarato all’epoca dalla stessa Stefania, la quale aveva riferito di essere rimasta in casa tutto il tempo, senza mai uscire. Ecco perché, con l’arrivo del nuovo testimone, la Procura ha deciso di verificare la credibilità delle sue dichiarazioni e di confrontarle con le testimonianze pregresse. Ma che fine hanno fatto oggi Stefania Cappa e Paola Cappa?
Chi sono le sorelle
Le gemelle Cappa sono figlie di Mariarosa Poggi, sorella di Giuseppe Poggi, il padre di Chiara. Di fatto, sono cugine di primo grado della vittima, anche se negli anni precedenti all’omicidio i rapporti tra le due famiglie non erano particolarmente stretti. Secondo quanto emerso, Chiara aveva riallacciato i rapporti con le cugine nei mesi precedenti alla tragedia, in particolare con Stefania, che frequentava casa Poggi e si intratteneva spesso con lei.
Stefania Cappa è avvocato
Stefania oggi ha 41 anni, è un avvocato come il padre, si è laureata in giurisprudenza all’Università di Pavia ed ha conseguito il Master in diritto penale societario presso la Scuola “Just Legal Services” di Milano. Abilitata all’esercizio della professione forense nel 2012 nel Foro di Milano, si è specializzata in diritto penale societario e in diritto sportivo. La sua è un carriera di rilievo, come si legge nel suo curriculum. «E’ stata Giudice Sportivo per la Federazione Italiana Twirling (FITw), Componente supplente della Corte Federale D’Appello della Federazione Italiana Bocce (FIB) e Componente del Tribunale Federale per la Federazione Italiana Pentathlon Moderno (FIPM). E ancora, Giudice sportivo territoriale area nord per la Federazione Ginnastica D’Italia (FGI) e Procuratore Federale della Federazione Italiana Sport Invernali (FISI). E’ componente della Commissione Sport ed Eventi del COA di Milano. E’ Presidente fondatore di AINER — Associazione Italiana Neonati Reflussanti (https://ainer.it)».
Il matrimonio con il nipote di Rizzoli
Nel 2017 Stefania si è sposata con Emanuele Arioldi, atleta olimpico di equitazione, figlio di Anna Grazia, detta «Annina» Rizzoli, nipote del leggendario Angelo, da cui ha avuto due figli. Il matrimonio è stato celebrato a Cassano D’Adda, nella parrocchia di S. Maria Immacolata e San Zeno, ed è finito anche su Vanity Fair. Una cerimonia romantica e intima, celebrata davanti a cento invitati: dala mamma dello sposo, Annina, moglie di Roberto Arioldi, campione di equitazione (sei volte campione italiano di salto ostacoli e ct della Nazionale di salto ostacoli, ndr), e ancora Eleonora Giorgi e il figlio Andrea Rizzoli, Alberto Rizzoli, e le figlie Giovanna ed Eleonora.
Paola Cappa è una food blogger
La sorella Paola Cappa è diventata invece una food blogger. «Per gli amici Paolina — si legge sul suo blog — è una fotografa di cibo, food writer e stylist. Realizza reportage nelle cucine e nei laboratori di noti chef e pasticceri durante le loro lavorazioni. Deliziosamente ossessionata dal buon cibo naturale, studia cucina macrobiotica e organizza pranzi e cene per gli amici, vietando agli ospiti di astenersi dal sorridere».
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