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Roma, arriva il cane robot che misura il livello dell’acqua






Siccità alle porte, in arrivo il cane-robot che misura le acque. L’idea è stata presentata da AUBAC, l’Autorità del Bacino Idrico dell’Appennino Centrale che, grazie all’utilizzo di tecnologie come l’intelligenza artificiale, monitorano in tempo reale i dati utili. Parte così il monitoraggio delle infrastrutture e dei consumi civili e irrigui grazie a digital twin (IA), una tecnologia che mette insieme per una collaborazione tra gli enti, mirata ad affrontare la crisi idrica con strumenti concreti. Il cane-robot, tra le operazioni tecnologiche previste in materia, è stato anche testato sulle sponde del Tevere come dimostrano le immagini video commentate dal professor Marco Casini, Segretario Generale di AUBAC che ha parlato del progetto nei giardini dell’Acquario Romano, al termine della giornata di presentazione della piattaforma digitale per il monitoraggio dei consumi idrici civili e irrigui sviluppata proprio da AUBAC in collaborazione con gestori idrici e consorzi di bonifica. Un progetto nato per rispondere con strumenti digitali e innovativi alla crescente ‘emergenza siccità’ e alle sfide poste dai cambiamenti climatici. Così facendo, si tracciano in tempo reale prelievi, concessioni e restituzioni, facendo interagire non solo i dati meteoclimatici e idrologici raccolti dall’Autorità, ma anche quelli ottenuti grazie a strumenti tecnologici all’avanguardia come il cane-robot battezzato col nome di Spot. “È grande come un setter e pesa circa 25 chili. Fa i suoi rilievi e poi torna nella cuccia, dove scarica tutti i dati”, racconta il professor Casini a Il Messaggero e, aggiunge “La nostra piattaforma rappresenta un vero e proprio digital twin del sistema idrico dell’Appennino centrale, una replica digitale in continua evoluzione che restituisce in tempo reale lo stato delle risorse e delle infrastrutture”. La crisi climatica sta colpendo con particolare forza il Lazio e, in modo ancora più evidente, la città di Roma. I cambiamenti registrati negli ultimi anni tracciano un quadro allarmante della disponibilità idrica e della tenuta del sistema di approvvigionamento. Nel 2024 Roma ha registrato una temperatura media di 18,62 °C, superiore di +1,8 °C rispetto alla media del periodo 1991–2020. Si è trattato del valore più elevato dell’Italia centrale, superato solo da Latina. In quell’anno, la capitale ha fatto segnare 53 giorni con temperature superiori ai 35 °C e 163 giorni estivi (con temperature sopra i 25 °C), confermando un trend di aumento costante del calore estremo. Parallelamente, le precipitazioni si sono ridotte in modo significativo e si concentrano in pochi eventi intensi. Nel 2024, la pioggia accumulata è stata inferiore del 26% rispetto alla media 1991–2020. Eventi come quelli del 3 e 8 settembre 2024, in cui è caduto oltre il 20% della pioggia annuale in poche ore, non sono utili alla ricarica degli acquiferi, ma generano solo danni per l’idrogeologia urbana. E il trend negativo non è nuovo: nel 2017, anno particolarmente siccitoso, il 62% delle piogge annuali si è concentrato in appena dieci giornate, e a questa criticità si sono aggiunti altri anni difficili come il 2020, 2022, 2023 e il recente 2024. Anche il 2025, nei primi mesi, mostra segnali poco rassicuranti: gennaio e aprile hanno registrato un deficit pluviometrico del -46% e -28% rispettivamente, con un saldo complessivo negativo del -5% rispetto alla media stagionale. La pressione sulle sorgenti idriche è significativa. I grandi acquiferi della città (Peschiera, Le Capore, Acqua Marcia) mostrano portate sotto il 25° percentile della serie storica. Gli acquiferi carsici più piccoli (come il Simbrivio e il Pertuso), pur mostrando una leggera risalita a febbraio 2025, non hanno registrato gli incrementi di portata tipici del periodo invernale. Secondo le valutazioni aggiornate a maggio 2025, Roma si trova in stato di severità idrica media (livello arancione), con un outlook fortemente negativo in caso di prosecuzione della scarsa piovosità. In sintesi, Roma e il Lazio si trovano oggi in una condizione di fragilità idrica crescente, dove le alte temperature, la riduzione delle piogge utili e la pressione sulla rete di approvvigionamento rendono urgente un salto di qualità nella pianificazione e gestione della risorsa idrica.


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