15.05.2025
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Politics

dopo l’alleanza con Farage, i grillini chiedono di entrare in The Left


Cercasi collocazione (quasi) disperatamente. Dopo quattro anni a Bruxelles seduti fianco a fianco con la destra populista di Nigel Farage, poi altri cinque tra i non iscritti, il Movimento 5 Stelle svolta a sinistra. E formalizza all’Eurocamera la richiesta di sedere tra i rappresentanti di Left, il gruppo della Sinistra europea che attualmente conta 39 eletti (piazzandosi al sesto posto per grandezza). Lo stesso di cui fanno parte, tra gli altri, Sinistra italiana di Nicola Fratoianni, ma pure la France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon. 

La domanda è stata presentata martedì sera, senza darne troppa pubblicità. E a quanto si apprende, non riguarderebbe soltanto gli otto esponenti pentastellati eletti a Bruxelles, ma una ventina di eurodeputati tra le file dei non iscritti. Tra cui i sei «rossobruni» della Bsw tedesca, fuoriusciti dalla Linke e contrari all’invio di armi in Ucraina, con cui i 5s avevano intenzione di costituire un gruppo autonomo. 

La svolta

Una svolta di 180 gradi, insomma, per un Movimento nato come «né di destra né di sinistra» che nel 2018 ha fatto nascere un governo con la Lega di Matteo Salvini, il Conte I (salvo poi virare su una posizione più progressista con il Conte II e avvicinarsi al Pd). Ma è proprio l’incerta collocazione dei grillini che a Bruxelles ha fatto storcere il naso a più di un rappresentante della Sinistra. Tanto che l’adesione dei 5s, su cui una decisione sarebbe dovuta arrivare oggi, è stata «congelata» in attesa di colloqui con il gruppo. «Abbiamo domande per i Cinquestelle, anche per quanto riguarda la strategia in Italia», spiega la copresidente del gruppo Manon Aubry. «La più grande domanda è se si sentono parte della famiglia della sinistra o no», la stoccata.

Un altro discrimine è il sostegno o meno a Ursula von der Leyen, che nel 2019 i pentastellati alla fine votarono alla guida della Commissione (risultanto decisivi per la sua elezione insieme al Pis polacco). «Non vogliamo far parte della coalizione» che la sostiene Ursula von der Leyen, osserva Aubry.

E come votare il 18 luglio «farà parte della discussione» con il Movimento. 

Le ragioni della scelta

Quel che è certo è che la scelta di campo grillina non è indifferente per vari motivi. A cominciare dai suoi riflessi italiani: un’adesione anche formale alla sinistra dopo le incertezze degli ultimi anni segnerebbe un ulteriore tappa di avvicinamento al processo di costruzione dell’alternativa di centrosinistra caldeggiata dalla segretaria del Pd Elly Schlein. Ma servirebbe pure agli stessi euroeletti grillini per poter ambire a ricoprire incarichi nel parlamento europeo, dal momento che ogni ruolo di qualche peso è di fatto precluso ai non iscritti.

Allo stesso modo, se davvero i nuovi ingressi fossero una ventina, il gruppo della Sinistra potrebbe sopravanzare quello dei Verdi, che al momento conta 54 membri. Con tutto ciò che ne consegue in termini di peso specifico nelle commissioni e peso negoziale nelle trattative. 

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