Commenti e retroscena del panorama politico
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Il pezzo più complicato del puzzle è andato a posto. Gli altri, confidano nel Pd, seguiranno. Dopo il via libera del Movimento 5 Stelle alla ricandidatura di Eugenio Giani in Toscana col «timbro» del voto online degli iscritti (anche se formalmente si tratta solo di un sì a «verificare le condizioni» per un’alleanza), si avvicina la soluzione per gli altri rebus regionali del centrosinistra. Strada in discesa, quindi, ma non senza ostacoli.
Il nodo Puglia
A cominciare dalla Puglia. Dove un candidato già ci sarebbe: il dem Antonio Decaro, ex sindaco di Bari e recordman di preferenze alle Europee. I Cinquestelle, di fatto, hanno già detto sì, ma chiedono «discontinuità» con i dieci anni di Michele Emiliano. Ed ecco il problema: il governatore uscente vuole ricandidarsi in consiglio regionale. Così come intende fare lo stesso un altro ex presidente rimasto per un po’ fuori dai radar della politica, Nichi Vendola. E Decaro non vorrebbe nessuno dei due. Teme di senirsi «commissariato», l’ex sindaco, dalla presenza ingombrante dei due ex. Senza contare che con Emiliano, di cui Decaro fu assessore ai tempi in cui l’ex magistrato era sindaco, i rapporti si sarebbero guastati da tempo. «È come un figlio per me, e i figli vanno presi come vengono», ha malignato nei giorni scorsi il governatore uscente. Della questione è stato investito il Nazareno. Con una richiesta suonata più o meno così: «Elly, ti prego, fallo ragionare».
La mediazione è in corso: se ne sta occupando il capogruppo in Senato Francesco Boccia, che è pugliese e conosce bene entrambi. Una possibile mediazione è quella che vorrebbe Emiliano non candidato, ma con una poltrona da assessore. Sta di fatto però che Schelin, a quanto dicono i rumors, non pare intenzionata ad assecondare in tutto Decaro, che peraltro la segretaria vede come un potenziale sfidante in caso di congresso anticipato. E dunque l’intenzione della leader sarebbe quella di non impedire la corsa del governatore uscente e far ingoiare il rospo all’ex sindaco, che per Schlein alla fine si candiderà comunque.
Le richieste di De Luca
In Campania, invece, è stata proprio la segretaria a dover ingoiare il rospo. Dicendo sì alle richieste di un altro ingombrante quasi «ex», lo «sceriffo» Vincenzo De Luca.
Che per dare il suo assenso alla corsa del pentastellato Roberto Fico ha messo sul tavolo una serie di condizioni pesanti: la presenza in coalizione di una sua lista, la presidenza del consiglio regionale, un assessorato di peso (si dice quello della sanità) e soprattutto un ruolo di primo piano per il figlio, il deputato Piero De Luca. Che potrebbe essere il prossimo segretario regioanle del Pd campano attualmente commissariato.
Un compromesso necessario, per non mettere a rischio una partita dove i dem sentono di avere la vittoria in tasca: una lista autonoma del governatore, infatti, avrebbe potuto aprire le porte della Regione al centrodestra. A sponsorizzare Fico sarebbe soprattutto il sindaco di Napoli sostenuto dal campo largo, Gaetano Manfredi. Mentre in casa M5S c’è chi gli avrebbe preferito il vicepresidente della Camera ed ex ministro Sergio Costa. Ma i giochi sembrano pressoché fatti, e all’ufficialità mancherebbe solo l’annuncio (che potrebbe arrivare dopo la pausa estiva, visto che non si voterà prima di novembre).
Rebus Calabria
Incassato il sì degli stellati a Matteo Ricci nelle Marche (nonostante le tribolazioni legate all’indagine per corruzione a carico di quest’ultimo), resta da sciogliere il nodo della Calabria. Complicato dal fatto che qui anche Avs chiede di poter scendere in partita con un proprio nome. Come l’ex sindaco di Riace ed eurodeputato Mimmo Lucano, o il sindaco di Corigliano Rossano Stasi. I dem locali puntano sul segretario regionale Nicola Irto, senatore, o sul sindaco di Reggio Giuseppe Falcomatà. Ma come per la Campania, il Nazareno sarebbe disposto ad accontentare i 5S, che in regione sono il primo partito della coalizione (tanto più dopo il «scarificio» del sì a Giani). E a convergere quindi sull’ex presidente Inps, anche lui di stanza a Bruxelles, Pasquale Tridico. Che oggi alla Stampa spiega di non voler lasciare l’Eurocamera ma allo stesso tempo fa un passo verso la candidatura e dice: «Voglio dare un contributo».
e CalabriaStrada in discesa
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