11.05.2025
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Politics

«Dica non all’invio di armi». E cita Bob Dylan


Guerra e pace. Assicura il segretario leghista Matteo Salvini: «È l’impegno sacro di questo popolo e di questo movimento politico. Mai un soldato italiano a morire in Ucraina, mai un missile italiano a spargere sangue in Russia». Il palco accanto al Duomo, dove il Carroccio in comizio ha riunito ieri i suoi sostenitori, è la sintesi della strategia salviniana per portare a casa il risultato e far sì che la Lega sia «la più bella sorpresa di queste elezioni europee». L’obiettivo è tenere insieme le spinte autonomiste della base con la pace nel mondo, mostrare coesione interna schierando i governatori delle sue Regioni e lasciare campo libero al generale Roberto Vannacci, la cui candidatura ha sollevato parecchi malumori nel partito. Ma prima di tutto «un abbraccio a Giorgia Meloni, con cui governeremo a lungo questo Paese. Più proveranno a dividerci più ci uniranno».

 

Costituzione

L’azione pacifista di Salvini si concretizzerà già nei prossimi giorni. «Presenteremo in Aula degli atti per impegnare spero tutto il Parlamento, destra e sinistra senza distinzioni, a rispettare l’articolo 11 della Costituzione: “L’Italia ripudia la guerra”. Non possiamo lasciare ai nostri figli la terza Guerra mondiale e nucleare sull’uscio di casa», annuncia. Questa piazza «più di tutti invoca e vuole costruire la pace, per quanto tempo dovranno volare le palle di cannone prima che vengano bandite per sempre?», cita Bob Dylan. Sempre in quest’ottica Salvini guarda alle prossime presidenziali Usa, augurandosi che «torni a governare Donald Trump per Stati Uniti d’America pacifici», e alle future alleanze a Bruxelles. «Mai voteremo Ursula von der Leyen — garantisce il segretario — E se qualcuno del centrodestra dice “con la Lega no e alla Le Pen preferisco quel guerrafondaio di Macron”, non fa un dispetto a noi ma fa il male degli italiani. Fra le bombe di Macron e la pace di Le Pen abbiamo il dovere di scegliere Le Pen». Salvini non rinnega gli aiuti a Kiev, tuttavia pone un limite invalicabile: «Le armi mandate per difendere scuole, case, ospedali in nessun caso devono essere usate per uccidere fuori dai confini dell’Ucraina». Tra i militanti, circa un migliaio con contorno di proteste dei centri sociali che hanno tentato di avvicinarsi urlando slogan ed esibendo cartelli con la scritta “Vannacci sei normale?”, gli animi si sono scaldati sui temi cari al partito: applausi per l’evocata autonomia e per lo stop alle invasioni, «non vogliamo essere una colonia cinese e neanche un califfato islamico», promette il leader del Carroccio. Ma l’entusiasmo è riservato al personaggio del momento, Roberto Vannacci. «Siete tantissimi. Come avere davanti a sé una legione, la decima legione», scherzando ancora sulla X Mas. Elenca i luoghi nei quali ha combattuto in divisa, dalla Somalia all’Iraq, «oggi cambio campo di battaglia e dagli scranni di Bruxelles sarò come una goccia che scava».

 

Sabotaggio

Il suo manifesto è «combattere per la sovranità senza mollare di un millimetro», sconfiggere «l’ambientalismo ideologico che l’Europa ci impone perché è una cosa da ricchi, avete mai visto nei Paesi poveri come fanno la raccolta differenziata?». Ha anche un piano di riserva: «Se ogni attività propositiva dovesse fallire, allora comincio con la mia specialità: il sabotaggio di qualsiasi iniziativa che dovesse distruggere le nostre tradizioni, la famiglia, il nostro suolo e il nostro sangue». Infine l’appello: «L’8 e il 9 giugno votate per la Lega e scrivete il nome Vannacci sulla scheda. Al vostro segnale scateneremo l’inferno». Poi, sulle note di “Generale” di De Gregori, con balzo atletico si concede alla folla, firma copie del suo libro e posa per foto ricordo. L’accoglienza è travolgente, tutt’altro clima rispetto al retropalco dove i colleghi leghisti, tranne Salvini e Massimiliano Romeo, si sono limitati a una stretta di mano. Spifferi gelidi che trapelano dalle parole del governatore Luca Zaia: «Se ho salutato Vannacci? Sì, io saluto tutti. Mia mamma mi ha educato cosi».

Claudia Guasco

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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