15.05.2025
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Economy

dallo stop al gas fino ai risarcimenti, il pacchetto della Ue


Prime restrizioni contro il gas russo, ma anche tutele per le imprese (incluse quelle italiane) finite nel mirino delle rappresaglie di Mosca. Riuniti ieri in Lussemburgo, i ministri degli Esteri dell’Unione europea hanno approvato ieri all’unanimità un nuovo pacchetto di sanzioni economiche contro la Russia, il quattordicesimo dall’inizio della guerra in Ucraina, con l’obiettivo di colpire settori che vanno dall’energia alla finanza, fino a rendere più difficile l’elusione delle misure adottate in precedenza.

Il testo normativo introduce anche «il principio secondo cui le imprese attive in Russia possono agire in giudizio per chiedere un risarcimento per eventuali azioni di ritorsione», questione che ha visto il nostro Paese in prima linea nella preparazione del pacchetto, ha annunciato il vicepremier e capo della Farnesina Antonio Tajani, parlando del «dovere di tutelare le 200 imprese italiane» che operano ancora nel Paese, in particolare alla luce dei casi ravvicinati che hanno riguardato le filiali russe di Ariston e Unicredit. La prima era stata nazionalizzata temporaneamente a fine aprile, finendo nell’orbita di una controllata del colosso Gazprom; la seconda, invece, in seguito a una pronuncia di una corte di San Pietroburgo, s’è vista sequestrare un mese fa alcuni conti e proprietà per un valore di quasi 463 milioni, tassello di una disputa giudiziaria nata proprio sulla scia degli effetti delle restrizioni Ue. Non ci sono compensazioni, ma le imprese potranno agire dinanzi alla giustizia di uno Stato membro Ue per domandare il risarcimento del danno, sia a fronte di cause avviate da russi per contratti la cui esecuzione è stata colpita dalle sanzioni Ue, sia contro i beneficiari dei provvedimenti russi di assegnazione in amministrazione temporanea.

LE ALTRE MISURE

Ma il pacchetto è ricco di altre misure. Sebbene i Paesi Ue potranno continuare a importare le quote, sempre più ridotte, di gas naturale liquefatto (Gnl) russo, per la prima volta si prevede tuttavia il divieto di trasbordo nei porti europei con l’obiettivo di riesportare il metano verso Stati terzi, come anche la fornitura dei relativi servizi tecnici. Impedendo l’accesso alle infrastrutture europee per ottimizzare il trasporto, l’Ue punta ad aumentare i costi operativi di Mosca.

Le navi, metaniere ma anche petrolifere, inserite nella black list Ue sarebbero 27; la misura vuole, inoltre, limitare i traffici delle cosiddette “flotte fantasma”, quelle cioè che trasportano equipaggiamenti militari in Russia oppure volumi di grano rubati in Ucraina. Via libera, poi, alla stretta anti-elusione, per cui ogni azienda madre Ue dovrà assicurare il rispetto delle sanzioni da parte delle controllate extra-Ue, allo stop ai finanziamenti russi a partiti politici, fondazioni, media e ong e al divieto per le imprese possedute per il 25% o più da russi di trasportare merci nell’Unione o di registrare un marchio nell’Ue.

I Paesi del Baltico, intanto, guardano già avanti e propongono di mettere al bando l’importazione di prodotti ittici russi. Mosca ha annunciato di avere risposto al pacchetto espandendo «significativamente» la lista di esponenti istituzionali a cui è vietato l’ingresso sul suo territorio, tra cui membri di alcuni Parlamenti nazionali.

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