21.05.2025
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Politics

dalla verifica della legittimità all’ammissibilità, cosa succede adesso


Il referendum sulla cittadinanza è passato alla Fase 2. Riccardo Magi, segretario di +Europa, assieme a Benedetto Della Vedova, deputato del partito, e le altre sigle promotrici hanno consegnato oggi alla Corte di Cassazione le 637.487 firme, raccolte interamente online, necessarie per la proposta referendaria. Presente anche la deputata del Partito democratico Ouidad Bakkali e il segretario del Partito socialista, Enzo Maraio. All’uscita dal Palazzo di Giustizia, foto di gruppo con i cartelloni con i numeri delle firme raggiunte e una bandiera dell’Italia con il logo del comitato.

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Cosa succede adesso

Consegnate le firme, sarà la Corte di Cassazione a doverne verificare la legittimità. Poi toccherà al giudizio di ammissibilità della Consulta entro il 10 febbraio 2025. Superati questi step, ha spiegato Magi stesso, «prevediamo il voto in primavera». Come per ogni referendum, la chiamata alle urne potrà infatti essere fissata in una data compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno 2025.

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I cittadini dovranno esprimersi sull’abrogazione di parti dell’articolo 9 della legge 91 del 1992, che consentirebbe la concessione della cittadinanza agli stranieri maggiorenni residenti legalmente in Italia da almeno 5 anni, e non più da 10, e di conseguenza anche ai loro figli. La platea di potenziali destinatari è di circa 2.240.000 di persone. 

Magi: «Il quesito non innova la legge»

Fuori dalla Corte di Cassazione, Riccardo Magi ha risposto ad alcune domande dei cronisti e, sulle polemiche che prevedono una bocciaatura del referendum sulla cittadinanza perché propositivo (e non abrogativo), il segretario di +Europa ha detto: «Penso che chi lo dice non lo abbia letto, ma soprattutto il quesito non innova la legge, prende una previsione che già c’è ed è riservata a una particolare categoria di persone che sono gli stranieri adottati da cittadini italiani, e toglie i limiti a quella previsione estendendoli a tutti». «Ci sono colleghi che fanno i costituzionalisti — ha concluso — ma lasciamo fare il lavoro ai costituzionalisti».

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