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dal governo un miliardo per l’agricoltura del futuro


LA STRATEGIA

ROMA Lo hanno ribattezzato «Coltivaitalia», per evocare — parola del ministro Lollobrigida — «l’investimento strategico del governo sul settore primario in un momento di criticità particolari». E in effetti di risorse a sostegno dell’agricoltura, il disegno di legge collegato alla manovra, approvato ieri in Cdm, ne mette in campo parecchie: sul piatto un miliardo di euro, perlopiù derivanti da fondi di coesione, ricavati senza tagli ad altri ministeri, ma utilizzando fondi Fsc, «che non erano stati destinati e che vengono utilizzati in parte», spiega in conferenza stampa il ministro Tommaso Foti, titolare dei dossier Pnrr e Coesione. Un intervento rivendicato anche dalla premier, Giorgia Meloni, con la promessa che «il governo continuerà a difendere anche e soprattutto in Europa le istanze dei nostri agricoltori».

LE FILIERE

Il capitolo “più pesante” riguarda la strategia per la sovranità alimentare: 900 milioni ripartiti equamente seguendo tre direttive. La prima, a sostegno di investimenti in settori chiave oggi in difficoltà: la coltivazione di frumento e soia e poi la zootecnia. La seconda quota, sempre di 300 milioni, servirà a contrastare il calo della produzione della carne rossa in Italia, mentre la terza finanzierà il piano olivicolo per combattere fitopatie come la xylella, mediante il “reimpasto” con oliveti più resistenti. In più, altri 10 milioni serviranno per i contratti di filiera per il frumento, con lo scopo di mitigare le oscillazioni del mercato. Nonostante per il provvedimento sia stato richiesto l’esame d’urgenza in Parlamento — la previsione di Foti è che possa essere approvato in via definitiva entro marzo 2026 — molte delle misure inserite all’interno guardano ben oltre l’immediato futuro. L’altra voce di spesa più significativa in termini di numerici — 150 milioni — è pensata per favorire il ricambio generazionale. Con misure di supporto all’accesso al credito e all’utilizzo di terreni abbandonati e silenti, oltre alla possibilità per Ismea, di offrire a persone di età compresa tra i 18 e i 41 anni, terre in comodato d’uso gratuito. La strada per un’agricoltura 5.0., come la definiscono dalle parti del Masaf, passa anche per la tecnologia: 13,5 milioni l’entità del tesoretto destinato a finanziare la ricerca, la digitalizzazione e la messa in campo di tecniche innovative.

RICERCA E INNOVAZIONE

In questa direzione va l’assunzione di altre 45 unità all’interno del Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura), e il supporto alla digitalizzazione anche negli istituti agrari, con un occhio di riguardo verso quelle che sono le tecniche di miglioramento genetico delle colture. Il ddl punta anche agli investimenti nell’ambito dell’agromeccanica di precisione, dell’intelligenza artificiale, della meccatronica e della sensoristica di ultima generazione. L’interesse in questo ambito è soprattutto per i droni, sempre più utilizzati per la mappatura del terreno, il monitoraggio delle colture e l’individuazione di aree soggette a deficit idrico. Così pure cambierà nome e “veste” l’Agea — l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura, che da soggetto attuatore per la gestione dei dati agricoli italiani, diventerà promotrice dell’innovazione tecnologica nel settore agricolo e della pesca con il nuovo acronimo di Ageait: Agenzia per le erogazioni in agricoltura, innovazione e tecnologia.

SEMPLIFICAZIONI

Spazio, infine, a norme per la semplificazione: una su tutte, l’istruttoria immediatamente operativa per istanze che non richiedano valutazioni discrezionali. Un modo per rendere i centri di assistenza agricola (Caa) — che oggi assicurano il supporto tecnico-operativo alle imprese agricole — «corresponsabili rispetto alle pratiche che gli agricoltori assegnano loro», ha spiegato Lollobrigida. Quanto alla trasparenza, in via sperimentale, fino dicembre 2026, le etichette delle miscele di prodotti da utilizzare come condimenti per usi alimentari dovranno indicare la quantità prevalente di olio evo utilizzata nella miscela e saranno differenziati dagli oli di oliva vergini. Stesso discorso per le uova, per cui si introduce una nuova modalità di marcatura volta a garantire la tracciabilità per il consumatore.

Sullo sfondo restano, però, i tagli alla politica agricola comune del 20% (da 386 miliardi a 300) prospettati dal nuovo bilancio europeo, che non vedono d’accordo l’Italia per quanto riguarda l’impostazione di un fondo unico indistinto. E poi, la guerra sui dazi che rischia di gravare proprio sull’agroalimentare. Ma che, è convinto Lollobrigida, non ridurrà l’impatto del provvedimento appena varato: «Prima di fasciarsi la testa vediamo dove si va a sbattere», la linea del titolare del dicastero dell’Agricoltura, che sul collegato agricolo si appella alla «convergenza di intenti di tutti i partiti in Parlamento».

Valentina Pigliautile

© RIPRODUZIONE RISERVATA


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