Passato il momento di leggerezza delle Olimpiadi di Parigi, ora la Francia si trova a dover affrontare l’elefante nella stanza: l’elezione di un primo ministro. Una sfida che appare più complicata del previsto perchè da parte del presidente francese Emmanuel Macron non sembra esserci alcuna apertura. Ha confermato ieri che non nominarà un nuovo premier appartenente alla coalizione di sinistra arrivata prima elle elezioni, ovvero il Nuovo Fronte Popolare (Nfp), guidato da Jean Luc Mélenchon. E non lo farà perchè l’Nfp non raggiunge da solo la maggiornaza in Parlamento, sebbene sia il partito ad aver ottenuto più voti.
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I rischi economici
Lo stallo politico in Francia rischia di impattare su crescita e consolidamento dei conti, in un momento in cui il Paese è chiamato a rilanciare un pil deludente e ad attuare il taglio del deficit chiesto dall’Ue. Il tutto sotto la lente delle agenzie di rating e dei mercati. Le difficoltà a trovare un accordo sulla formazione del nuovo governo tra lo schieramento del Nuovo Fronte Popolare e quello moderato implicano problemi politici tra il partito della spesa, a sinistra, e quello della prudenza, al centro, dopo peraltro la dolorosa riforma delle pensioni varata da Macron. Ma ai problemi politici si affiancano anche quelli tecnici visto che il nuovo governo è chiamato ad approvare entro settembre il piano strutturale con le misure e l’aggiustamento dei conti da inserire nella Legge di Bilancio di ottobre. Non mancano analisti che paventano lo spettro di una paralisi di Stato per due motivi: la difficoltà a redigere la Legge di Bilancio ma poi anche a farla approvare, visto la spaccatura all’Assemblea nazionale con l’ascesa della destra estrema alle ultime legislative.
Scontro tra Macron e Hollande
Per l’ex presidente della Repubblica, Francois Hollande, socialista e appena rieletto in Parlamento con l’Nfp, Emmanuel Macron si è reso colpevole di «un grave errore istituzionale» rifiutando di nominare premier Lucie Castets, candidata indicata dal Nfp. Critiche che vengono però definite «stupidaggini» dal leader centrista del MoDem, Francois Bayrou, alleato di Macron. «Non spettava al presidente della Repubblica bocciare Lucie Castets — ha detto Hollande in un’intervista a Le Point — questa responsabilità spetta all’Assemblée Nationale una volta ascoltata la dichiarazione di politica generale e la formazione del governo». Hollande contesta inoltre a Macron anche un «errore politico» quando afferma che la candidata della sinistra sarebbe stata immediatamente sfiduciata: «Tutto sarebbe dipeso da quale compromesso sarebbe stata capace di garantire agli altri gruppi».
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