22.05.2025
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Sports

dagli errori ai cambi dopo l’estate nera. E contro Israele, ecco gli altri giovani


BUDAPEST — Luciano Spalletti stavolta non deve pregare i giocatori a fare uno sforzo in più, a resistere oltre il dolore; non ha certo bisogno di inginocchiarsi davanti ai club, quasi chiedendo perdono per prestazioni supplementari in pieno campionato. La partita con la Francia si porta dietro solo positività, nessun muso lungo, anche se magari a qualcuno, vedi Calafiori, oppure Frattesi e Bastoni, dovrà per forza di cose rinunciare. Vincere contro la Francia, a Parigi poi, dopo 70 anni, questo porta: leggerezza, animi gentili e un po’ di voglia di sano turnover da parte del tecnico, magari per scelta (vuole provare altri contro un avversario, Israele, non eccezionale) o per necessità (qualche giocatore è fermo ai box e va valutato).

Lucio guarda il futuro con più ottimismo, ha modificato sé stesso per ridare un senso alla Nazionale, reduce dal fallimento europeo. Ha ascoltato la volontà dei calciatori, ha seguito gli umori del campionato, scegliendo un modulo tattico tornato di moda dalle nostre parti e che il ct aveva sperimentato solo ai tempi di Udine. La Nazionale gioca un calcio italiano ma non italianista, non è ‘catenaccio’ bearzottiano quello visto al Parc de Princes (il possesso palla tra Italia e Francia è stato alla pari), mostra un gioco elegante, rapido, concreto e che vive di break in mezzo al campo e ripartenze rapide: è più l’Inter di Inzaghi che la Juve del Trap, tanto per essere precisi. Ha un rosa giovane (solo Di Lorenzo supera i 30 anni, la media attuale è di 24,8) e ambiziosa. E con un regista vero, buono per l’oggi e per il futuro: Ricci. Con Tonali che ha dimostrato di essere calciatore imprescindibile per l’Italia. Come Calafiori, lanciato nella mischia con coraggio all’Europeo e ora il tecnico sta passando all’incasso, provando a vedere se anche con altri funziona quella magia.

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IL TRASFERIMENTO

I sorrisi si sprecavano sull’aereo che ha portato questa mattina l’Italia da Parigi a Budapest, ma sul volo c’era pure qualche acciaccato di troppo. Nessuno si tira indietro, tutti vorrebbero giocare. È cosi per Frattesi, protagonista al Parc del Princes, «Sto bene, ho preso solo una botta»; è cosi pure per Calafiori, pure lui ha preso una brutto colpo e allo stadio era sorretto dalle stampelle. Bastoni, già, acciaccato di suo, è stato comunque un protagonista e probabilmente con Israele non bisserà, e qui torniamo alle esigenze del campionato, che stavolta Spalletti non ha problemi ad assecondare. Dietro gli eroi di Parigi c’è un altro gruppo che scalpita. Bellanova, Udogie, Kean, Buongiorno, Gatti, e Spalletti lunedì riproporrà una squadra quasi tutta nuova rispetto a Parigi. Vuole capire se davvero il talento stia pian piano riaffacciandosi dalle nostre parti. Per non svegliarsi pensando di aver solo sognato.

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