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dagli Anni 60 a pizzo e frange, il circo decadente che fa sognare


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L’ora X è finalmente scoccata: la nuova Valentino di Alessandro Michele è scesa in passerella a Parigi. Un Pavillon des folies intriso di anni Sessanta, fantasie, paillettes, pizzo fiocchi e massimalismo imperante. Non ci aspettavamo nulla di meno dal designer romano, che ha pescato a piene mani dagli archivi della Maison aggiungendo il suo tocco bohémien con frange sulle borse, foulard indossati come copricapi, balze e colletti enormi.  

Parigi, le pagelle dei vip alla fashion week: Andie McDowell stupenda (10), Cara Delevingne in rosso (9), Natalie Porman combat (7)

Pavillon des folies, l’esordio di Michele per Valentino

Il defilé più atteso della fashion week parigina si è svolto in Avenue de la Porte Châtillon, in una location decadente al punto giusto: le lampade sono coperte da veli, il pavimento di specchi sembra spaccato in più punti, come in una casa abbandonata in cui di punto in bianco cominciano ad arrivare ospiti vestiti da grande soirée.

«Siamo creature fragili, esposte costantemente al senso del limite — spiega Alessandro — Camminiamo in punta di piedi su specchi che si infrangono sotto il peso del nostro incedere.

Non c’è passo che non rischi l’inciampo, la caduta. Non c’è respiro che non porti con sé l’ombra della vulnerabilità. Ci muoviamo, instabili, all’interno di un orizzonte transitorio che non consente vie di fuga. Tuttavia, proprio questa condizione ci inizia al vero significato della nostra dimensione temporale. Che senso mai avrebbe, infatti, il nostro transito terrestre se non fosse determinato nel tempo, ma fosse infinito?»

Gli ospiti vip sono di livello: da Florence Welch a Valeria Golino, da Harry Styles a Damiano dei Maneskin. Gli amici della maison sono quelli di Michele, gli (ex) amici di Gucci pronti ad accorrere al suo debutto in passerella.

Tutti lo aspettavano come il Salvatore, l’unico in grado di risollevare le sorti di un settore, quello del lusso, che continua a perdere pezzi e fatturato, quello che ci avrebbe fatti uscire dalla monotonia per tornare a sognare. E lui lo ha fatto con collant di pizzo, abiti scivolati, giacche intarsiate e tubini di broccato. Stole chilometriche da portare a spalla e cappelli a cloche ma con la falda larga, un classico di Michele che più volte li sfoggia in prima persona, borse che richiamano da vicino le forme dei classici di Gucci (vedi alla voce Horsebit) oppure massimaliste con borchie e frange. Lusso, opulenza, aura vintage per una serata che si trasforma in circo: il padiglione delle follie è frequentato da chanteuses in libera uscita dopo l’esibizione della serata ed estrosi personaggi accorsi dopo il teatro per finire la nottata in una location conosciuta solo a chi lo merita. 

E’ tutto talmente esagerato e scintillante che non sappiamo per certo dove guardare: se ai fiocchi, ai turbanti, al pizzo o alle fantasie. Serve tempo per elaborare: di certo Alessandro Michele, ancora una volta, crea uno spettacolo inedito. 

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