Questa mattina si è svolta una videoconferenza tra i Ministri della Difesa dei 16 paesi dell’Unione Europea coinvolti nella missione Unifil in Libano. L’incontro, promosso dal Ministro della Difesa italiano Guido Crosetto e dal suo omologo francese Sébastien Lecornu, ha avuto come obiettivo il coordinamento di un’azione unitaria europea in risposta ai recenti sviluppi nella regione.
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Preoccupazione per la sicurezza del personale Unifil
I ministri hanno espresso unanime preoccupazione per la crescente instabilità nel sud del Libano, condannando con forza gli attacchi contro le basi Unifil che mettono a rischio la sicurezza del personale militare. Crosetto ha sottolineato l’importanza di un’azione comune per proteggere il contingente e ha ribadito che «Un aumento numerico del contingente? Se può salvare dalla guerra, sì. Perché no. Adesso ci sono 40 nazioni e circa 10mila persone. L’Italia è uno dei maggiori con più di mille persone, ma ci sono l’India, l’Indonesia, la Francia, la Spagna, ci sono molte nazioni Penso che ci sarebbe una disponibilità internazionale a un aumento del contingente se in cambio ci fosse la pace e da parte di Israele il ritiro delle truppe».
Rivedere le regole d’ingaggio e rafforzare la missione
Un tema centrale dell’incontro è stata la necessità di rivedere le regole d’ingaggio della missione Unifil, con l’obiettivo di permettere al contingente di operare in modo più sicuro ed efficace. I ministri hanno anche sottolineato che la mancata attuazione della Risoluzione 1701 dell’ONU non può giustificare gli attacchi contro le forze internazionali e che è necessario mantenere una presenza stabile nel Libano.
La situazione fuori controllo nel sud del Libano
Il ministro Crosetto ha poi affrontato la delicata situazione nel sud del Libano, dove «si sta combattendo una guerra tra Hezbollah e Israele». Ha evidenziato come la zona controllata da Hezbollah, «un’organizzazione terroristica anche se ha una parte politica», sia ormai «totalmente fuori controllo». Crosetto ha inoltre sottolineato come all’interno dell’organizzazione vi siano «sacche che si muovono autonomamente», complicando ulteriormente il contesto operativo per le forze internazionali ei giornalisti sul campo, molti dei quali «vengono fermati e quando va bene maltrattati». In questo contesto, è emersa la volontà condivisa dei Ministri di esercitare la massima pressione politica e diplomatica su Israele, affinché non si verifichino ulteriori incidenti. È stato inoltre chiarito che Hezbollah non può utilizzare il personale di Unifil come scudo nel conflitto. Infine, i 16 paesi sono convenuti sulla necessità di rafforzare le Forze Armate libanesi, attraverso un adeguato supporto addestrativo e finanziamenti internazionali, affinché possano diventare una forza credibile e contribuire alla stabilità della regione con il sostegno di Unifil.
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Pressione diplomatica e sostegno alle Forze Armate libanesi
I partecipanti alla videoconferenza hanno concordato sulla necessità di esercitare una maggiore pressione politica e diplomatica su Israele per prevenire ulteriori incidenti, ribadendo che Hezbollah non può utilizzare il personale Unifil come scudo nel conflitto. È stata inoltre espressa la volontà di rafforzare le Forze Armate libanesi tramite un sostegno addestrativo e finanziario internazionale, affinché possano contribuire alla stabilità della regione con il sostegno di Unifil.
Decisioni per il futuro della missione
I ministri hanno concluso l’incontro concordando sull’importanza di mantenere una presenza costante e stabile in Libano, e che ogni decisione sul futuro della missione dovrà essere presa collettivamente in sede ONU. Alla conferenza hanno partecipato i Ministri della Difesa, o loro delegati, di Francia, Italia, Spagna, Austria, Croazia, Finlandia, Grecia, Irlanda, Lettonia, Paesi Bassi, Polonia, Germania, Estonia, Ungheria, Malta e Cipro.
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