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cosa può succedere in vista della Costituente del M5s?


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L’orizzonte pentastellato è in tempesta. Lo scontro al vertice tra il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte e il garante Beppe Grillo è ormai a un punto di non ritorno. Il comico teme che la Costituente voluta dall’ex premier nel segno di un rinnovamento, più che «rinfrescare», finirà per snaturare la sua creatura. Motivo per cui ha diffidato Conte dal convocare consultazioni che possano toccare i pilastri del Movimento: su tutti, il nome, il simbolo e il tetto dei due mandati. Ma ieri è arrivata la risposta di Conte, che in una lettera ha fatto sapere di star valutando la sospensione dei contratti che legano Grillo al M5S.

Il rischio scissione

Nei giorni scorsi, fonti vicine a Grillo avevano parlato di una misteriosa mail inviata da Conte che aveva provocato nel fondatore «irritazione» e lo aveva fatto sentire «sotto ricatto».

In quella missiva, oltre alla sospensione dei contratti «di pubblicità e comunicazione» di Grillo (di cui una consulenza da 300mila euro per progetti di comunicazione in favore del Movimento), l’ex premier sottolineava pure come una singola persona  non potesse «comprimere il confronto deliberativo all’interno dell’associazione».

D’altronde, Grillo l’aveva detto: gli elettori del M5S si sarebbero trovati a ottobre, quando inzierà la fase «deliberativa» della Costituente, davanti a un bivio. O con lui, o con Conte. Non è ancora chiaro quale piega possa prendere la vicenda in vista della Costituente. Il banco potrebbe saltare anche prima, nel segno di una nuova, l’ennesima, scissione, paventata dai pantastellati stessi. Come Barbara Floridia, presidente della Commissione Vigilanza Rai, che ha parlato di Conte e di Grillo come di due pilastri «centrali e complementari» nel M5S e della speranza che non si arrivi a una «rottura».

Conte minaccia Grillo: «Non puoi bloccare voto, potrei sospendere i contratti con M5S»

Un rischio paventato ieri anche dalla segretaria dem Elly Schlein che, preoccupata della futura tenuta del Movimento, aveva dichiarato: «Non mi vedrete mai gioire per le difficoltà di un alleato». Di certo, le Europee di giugno hanno segnato un’emorragia di voti nel M5S, una perdita di consensi che, d’altronde, non è buona notizia neanche per il campo largo. Una scissione potrebbe sancire il colpo di grazia, in una guerra totale il cui rischio maggiore rimane l’implosione. 

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